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Livorno, il responsabile della Protezione civile: "Il clima ci prende in giro, sapete che durante l'alluvione...?"

"Che il clima si sta cominciando a divertire con noi, forse perché noi negli anni gli abbiamo fatto qualcosa che non dovevamo". Più che ironico, il commento è inquietante perché a parlare al Corriere della Sera è Riccardo Gaddi, responsabile della Protezione civile per la Regione Toscana. Mentre Livorno non si è ancora risollevata dalla tragica alluvione di domenica notte, che ha provocato 6 morti e 2 dispersi, Gaddi riflette su un evento a dir poco eccezionale: "Io sono di Pisa e a Pisa ha piovuto molto meno. A Livorno, invece, abbiamo registrato un picco di pioggia nella zona tra Stagno e Quercianella che non si era mai visto prima: 200 mm in 6 ore, 250 in 12! Insomma, il rischio meteo era stato previsto, ma la verità è che l'evento si è concentrato su questa fascia di territorio e ha provocato il disastro". Ma non solo: "Lo sapete - fa notare l'esperto - che mentre era in corso l'evento, noi eravamo alle prese anche con 2 vasti incendi nella zona sud della Toscana?". Come dire, clima impazzito. Restano le polemiche per l'allerta. Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha accusato le autorità regionali di aver sottovalutato l'ondata di maltempo, sostenendo che se dalla Protezione civile avesse ricevuto l'allerta rossa, anziché arancione, "sarebbe cambiato l'approccio" e, forse, molti cittadini sarebbero stati avvisati per tempo. "Che cosa cambia? - si difende Gaddi - Il codice arancione è lo stesso un indicatore forte di rischio. Il colore rosso sta solo a segnalare una maggiore estensione del territorio coinvolto. Quando la Protezione civile regionale dirama un allarme di questo tipo, sta poi ai soggetti del territorio declinare il rischio in base alla conoscenza della storia e delle fragilità dei luoghi". Un esempio pratico: "Sabato sera il Comune di Pisa, dopo l'allerta arancione, ha dato subito il via all'alert system, con messaggi, mail, telefonate ai numeri fissi di tutti i cittadini...".

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