Eritrei sgomberati, poliziotto del "spaccategli un braccio" indagato anche per le cariche agli operai ThyssenKrupp
"Una campagna diffamatoria incredibile quella che in queste ore sta avvenendo ai danni dei miei colleghi", dice Gianni Tonelli, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap), che chiede: "Non saranno questi i presupposti per identificare in quanto successo il primo caso di tortura psicologica in Italia?". Tonelli si dice indignato per le polemiche seguite alle operazioni di sgombero del palazzo occupato di via Curtatone. "L'Unicef ha parlato di bambini terrorizzati perché trasportati in questura. Non vorrà mica insinuare un trauma psicologico? Ieri in piazza sono state lanciate bombole del gas, sassi e bottiglie. Se una di queste cose avesse colpito un bambino? L'Unicef - fa notare il sindacalista - dovrebbe pensare a questo senza cavalcare l'onda del momento". Quanto alla frase pronunciata da un funzionario ("Se lanciano qualcosa, spezzategli un braccio"), "è forte - ammette Tonelli - ma è stata strumentalizzata per deviare l'attenzione da quello che è il vero problema in Italia, ovvero un'invasione incontrollata". L'agente che ha pronunciato quella frase, però, uno esperto, di 46 anni, con un passato brillante alla squadra mobile di Roma, poi alla guida di diversi commissariati, ora sotto indagine, è lo stesso che il 29 ottobre 2014, proprio in piazza Indipendenza, ordinò di caricare gli operai della ThyssenKrupp di Terni che intendevano raggiungere il ministero dell'Economia. Ci furono quattro feriti tra i lavoratori e altrettanti contusi fra gli agenti, con molte polemiche. Il video è tornato ora alla ribalta e l'associazione Nazionale Funzionari di polizia critica lo "strumentale clamore" nato da una "frase sbagliata", detta dopo che i poliziotti sono stati "bersaglio di ogni oggetto contundente". Una frase, dice il segretario dell'Anfp Enzo Marco Letizia, che "rischia di diventare l'unico scandalo di cui parlare e sul quale scatenare un'improvvisa voglia giustizialista".