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Open Arms, Richard Gere testimone contro Matteo Salvini: l'ultimo (strampalato) assalto

Il processo Open Arms, a Palermo, si trasforma in uno spettacolo hollywoodiano. Come testimone, contro Matteo Salvini, sarà chiamato anche Richard Gere. Ad annunciarlo è stato lo stesso segretario della Lega, che ha replicato: «Allora noi convochiamo Checco Zalone o Lino Banfi. Ma vi rendete conto? Uno che ha fatto il ministro dell'Interno, che ha fatto il suo lavoro bloccando l'immigrazione clandestina perché ne ho le palle piene di scippatori e spacciatori, va a processo per aver fatto il suo dovere. Vorrà dire che quel giorno almeno gli chiederò un autografo». Gere sarà chiamato perchè in quell'agosto 2019 era salito a bordo dell'imbarcazione Ong, che era in attesa di far scendere i migranti sulla terra ferma. L'attore aveva fatto un appello dai microfoni di SkyTg24: «Quelli di Open Arms sono angeli. Persone sopravvissute alla Libia, a tragedie e a traumi anche solo per raggiungere le imbarcazioni e mettersi in mare. Sono persone straordinarie, forti, nobili. Mi piacciono molto. E poi ci sono anche i volontari che hanno rinunciato alla loro vita per aiutare gli altri. Sono persone straordinarie. Hanno bisogno del nostro sostegno, economico, emotivo e legale. Sono i migliori. Persone straordinarie, gli angeli di questa situazione. E per quanto mi riguarda io voglio stare dalla parte degli angeli». Dopo il blitz a bordo della nave, l'ex American Gigolo si era comunque concesso una bella vacanza: fu fotografato disteso al sole a bordo di un prestigioso motoscafo Riva. Camicia azzurra e pantaloncini, l'attore - scriveva il sito di Leggo - indossava un berretto da baseball e occhiali da sole, ma attorniato com' era da belle donne in bikini non è riuscito a passare inosservato. La battaglia umanitaria forse era già finita. Salvini, infatti, rispondeva così: «Il ricco attore viene in Italia a fare il fenomeno buonista in barca con le Ong, ho l'impressione che in America non sarebbero così tolleranti». Gere però rispose per le rime, parlando con Avvenire: «Abbiamo avuto difficoltà a trovare una barca che ci portasse sotto bordo, al largo. Ci eravamo messi d'accordo con un pescatore, ma ci ha richiamato dopo poche ore dicendo che non se la sentiva, aveva paura, era terrorizzato dalle conseguenze. C'è un brutto clima di intimidazione, di paura. Siete cambiati, voi italiani. Avete perso il sorriso, la gioia di vivere, vi siete incattiviti anche voi...». Chissà perché non è più tornato, nonostante al governo non ci sia più Salvini... E dire che tanti americani hanno trascorso le vacanze in Italia quest' estate. Forse siamo ancora incattiviti? Al di là di Richard Gere, resta il fatto che un ex ministro dovrà rispondere di sequestro di persona per la gestione dello sbarco di 147 migranti. Per un reato e un processo speculare - caso Gregoretti - è già stato prosciolto. Quanto tempo perdiamo...  

di Giuliano Zulin

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