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Bechis indicreto: Renzi, il giorno della caduta

Matteo Renzi nel giorno della caduta più rovinosa. La luna che si eclissa su Palazzo Chigi, l'assedio dei network televisivi internazionali per l'evento, le dirette delle tv nazionali dove gli avversari come Augusto Minzolini celebrano il fiero pasto intervistati da Alessandra Sardoni (La7). Le auto blu che non dovevano esserci più, che invece ci sono e attendono i ministri per portarli via. Il titolare della Giustizia, Andrea Orlando, che fugge a piedi protetto dalla scorta e cerca di evitare flash e domande fingendo una telefonata. Scene dalla caduta inattesa. Mentre al Pantheon si celebra chi ha battuto Renzi cantando a squarciagola "Vincerò", e il nuovo beniamino dei media, Alessandro Di Battista viene inseguito da Enrico Lucci (ex Iena) che gli chiede un posto in Rai e una trasmissione il sabato sera. Ecco il vincitore, il Senato che doveva essere morto e resuscitato. Ed ecco una senatrice, che dovrebbe festeggiare la rinascita e la vita che le è stata donata domenica sera e invece no. Perché è la Pd Laura Puppato, che avrebbe voluto suicidarsi con il suo sì. È lì fuori dal palazzo, dopo avere preparato inutili emendamenti a quella legge di bilancio su cui forse verrà messa l'ultima fiducia di Renzi. Allora a spasso "perché la vita continua, e vado a vedermi la mostra di Antonio Ligabue".

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