Emma Bonino: "L'Isis è guerra interna all'Islam, usano l'Europa per gesti spettacolari"
Non perde tempo Emma Bonino. Appena seduta sulla sedia della sala conferenze dell'Ispi, previene tutte le domande e ricorda gli avvenimenti del fine settimana (la morte e il funerale del leader dei Radicali Marco Pannella ndr.) con queste parole: “Sono qui oggi perché se c'è una cosa che ho imparato dalla mia militanza con i Radicali è la politica come impegno, passione e credibilità. Se ho preso un impegno non so dare buca”. Poi balza direttamente al tema dell'incontro: Terrorismo: uniti o impotenti? “Il terrorismo che affrontiamo oggi è di matrice religiosa islamica, ma l'Islam è molto diversificato al suo interno – spiega la co-presidente dell'European Council on Foreign Relations - La teorizzazione del jihad violento e l'applicazione restrittiva della shari'a fa riferimento al wahhabismo, l'interpretazione dell'islam molto più reazionaria e conservatrice che fa capo alle monarchie del Golfo. I nostri più grandi alleati – specifica Bonino - e questo tipo di accordo non è stato messo in discussione nemmeno dopo l'11 settembre”. “Questo jihad violento – prosegue - è da tanto tempo che si sta infiltrando nelle nostre società e non viene certo dai migranti. Noi pensiamo di essere al centro della loro agenda ma non è così. Questa è una guerra interna al mondo arabo sunnita, per il predominio culturale, religioso e finanziario. La stragrande maggioranza delle vittime sono in quei territori. Noi veniamo usati di tanto in tanto per compiere gesti spettacolari come gli attentati di Parigi e Bruxelles”. Se la loro agenda difficile da capire e prevedere, soprattutto quando si ha a che fare con attacchi suicidi individuali, la nostra, è il monito della Bonino, dovrebbe adottare delle iniziative politiche per contenere e governare il fenomeno. “Io non credo che esista una soluzione miracolo. Chiunque la proponga mi sembra poco credibile. Tuttavia – sottolinea la Radicale – proposte come “chiudiamoli fuori”, “facciamo un muro”, “li affoghiamo nel mediterraneo”, possono anche dare qualche soddisfazione elettorale, peccato che non funzionino, oltre a essere francamente indegne”. E allora quali sono le linee da seguire per arginare questo fenomeno che si è imposto prepotentemente nel salotto di casa nostra? Emma Bonino non ha dubbi: serve più integrazione a livello europeo su sicurezza e integrazione, serve una politica estera e di difesa comune, serve un FBI europeo con un database condiviso. “Anche se di questi tempi – commenta Bonino – so che va di moda l'altra tendenza”. Per quanto riguarda l'integrazione, Bonino suggerisce di imparare dal passato. No al modello inglese del multiculturalismo e no a quello francese delle banlieue. I guai che hanno prodotto sono sotto gli occhi di tutti. La soluzione ottimale, per la leader dei Radicali, è l'integrazione per piccoli gruppi: “non tenerli tutti nelle città, e soprattutto nelle periferie delle città, ha avuto risultati migliori del ghetto, che non ha funzionato”. Su una cosa Emma Bonino non ha dubbi: per un'integrazione efficace bisogna puntare sulle donne: “sono quelle che normalmente hanno più bisogno di libertà visti i Paesi di origine. Sono quelle che hanno più a che fare con scuole, ospedali, rinnovo permessi di soggiorno, più propense alle scuole di lingue e hanno un atteggiamento diverso sia come necessità che voglia di integrazione”. “Io mi sono molto battuta sull'idea, che andava per la maggiore in Germania, che per ridurre il numero di immigrati, voleva abolire il ricongiungimento familiare - spiega Bonino - forse riduce il numero ma ti ritrovi con migliaia di giovani “testosteronati” senza possibilità evidentemente di una vita affettiva, sociale e sessuale soddisfacente. Anzi normalmente l'ingresso della famiglia, e soprattutto dei figli, è un elemento di responsabilizzazione”. Una politica lungimirante, per la rappresentante dell'ECFR, una politica che provi a considerare i migranti dei cittadini. “Mi dispiace che il nostro Paese sia ancora qui con lo ius sanguinis. Dipende da noi avere una proposta più decente dello ius soli. Ci sono delle proposte ferme in parlamento di uno ius soli “moderato” - commenta Bonino - Perché non devono votare nelle elezioni locali se pagano le tasse e lavorano? Un bilanciamento di diritti e doveri ha fatto fare dei passi avanti dove è stato provato”. “Noi di questa integrazione ne abbiamo bisogno perché siamo in un declino demografico molto forte. A trecento chilometri più in giù è un giardino di infanzia. Sulla costa sud del Mediterraneo, nel 1950 erano 70 milioni di abitanti, nel 2014 erano 430 e nel 2050 saranno 630. La Nigeria nel 2050 avrà più abitanti dell'Eurozona – avverte la radicale - L'Europa già integra 2 milioni e mezzo di cittadini non europei all'anno. La leadership politica sa benissimo che abbiamo bisogno di gente perché sennò tra poco le pensioni non le paga più nessuno. E certi lavori gli italiani non li vogliono più fare”. “È una realtà a cui non sfuggiamo, per cui per coglierne occasioni possibili bisogna che ci mettiamo a pensare e ad organizzarci – conclude Bonino - Solo a dire "non venite", "vi affoghiamo nel mediterraneo", "vi vendiamo ai turchi"non funzionerà mai e ci farà solo trovare più impreparati”.