Giulietto Chiesa, Erdogan e quelle mosse strane tra Russia, Israele e Usa: la sua verità sul golpe turco
Il golpe in Turchia? La voce girava già da qualche mese, a Washington. Secondo Giulietto Chiesa, giornalista esperto di politica estera (e maestro di complottismo) viene intervistato dal blogger Claudio Messora (aka Byoblu) e dice la sua sulle ultime, cruente ore tra Ankara e Istanbul. Si parte da marzo, quando un influente neocon americano, Michael Rubin, scrive un articolo premonitore, dal titolo sibillino: "Ci può essere un golpe in Turchia?". "Di fatto - spiega Chiesa - sostiene che i militari ribelli non avrebbero avuto nulla da temere da Usa e Unione europea". "Una delle origini di questo golpe, dunque - sentenzia il giornalista italiano - è stato l'invito esplicito che viene dai neocon americani". Due mosse recenti del presidente turco Erdogan, sottolinea Chiesa, sono da interpretare alla luce di quanto accaduto venerdì sera: "Ha chiesto scusa a Putin per l'abbattimento del suo caccia e ha riallacciato i rapporti diplomatici con Israele. Due tentativi di parare il colpo in extremis: io non credo affatto alla tesi che sarebbe stato il suo nemico giurato Gulen a organizzare il colpo di Stato militare, non aveva potere sufficiente. Credo che Erdogan ha rotto le scatole a tutti, ai russi, agli americani e agli europei, e ora esce da questo golpe più debole di prima, è un vincitore zoppo e ne vedremo ancora delle belle. Non tutto quello che abbiamo visto finora è chiaro". Sorprendentemente, però, Chiesa si dimostra scettico sulla voce che sta facendo impazzire i dietrologi del web: Erdogan avrebbe organizzato un finto "auto-golpe" per poter fare un colpo di mano autoritario sulla Costituzione. "Improbabile - taglia corto il giornalista - sarebbe stata una scelta molto rischiosa. Ci sono stati molti morti e l'esercito si è diviso. Da tempo esisteva una fronda kemalista laica a cui non piace l'Erdogan islamico".