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Giuliano Amato, un disastro al Meeting: più gente nella scorta che ad ascoltarlo

Scene surreali al Meeting di Rimini: in mezzo al cordone di sicurezza dei volontari di CL, circondato da decine di collaboratori e guardie del corpo, c'è Giuliano Amato. L'ex premier, divenuto famoso tra i contribuenti italiani per il famigerato prelievo forzoso "nottetempo" sui conti correnti è arrivato per parlare alla platea cattolica. Peccato che in sala i presenti fossero decisamente meno numerosi del codazzo che l'ha accompagnato all'ingresso.  Pochissimi, ma fortunati. Si sono goduti una battuta sul burqini ("Tra i nostri diritti essenziali c'è anche quello di fare il bagno con un costume a un pezzo o a due pezzi o senza costume, ed essere scostumati è consentito tranquillamente dalle nostre regole"), una riflessione su ius soli e affini ("Il bambino di un immigrato che si trova qui, legale o illegale, deve poter andare a scuola, altrimenti sarà un adulto di serie B. Una donna che sta per partorire deve poter andare all'ospedale senza che nessuno le chieda se è legale o illegale, altrimenti non ci va"), sui migranti ("Se la domanda è se si debba accogliere tutti quelli che arrivano, la risposta è no. Non l'ha chiesto nessuno. Piuttosto, che nessuno resti indietro") e di politiche di rimpatrio ("Bisogna portare al ritorno nei propri Paesi non in chiave di espulsione, ma di ritorno assistito, che costa molti pochi soldi"). Quelli fuori dalla sala però avranno sentito lo stesso: c'era l'eco. Video di Franco Bechis

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