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Joe Biden, Afghanistan addio: "Con l'Isis non abbiamo finito". Poi indica i veri nemici: Cina e Russia

La vera minaccia per Joe Biden non arriva dai talebani o dall'Isis-K, ma da Vladimir Putin e Xi Jinping. Nel suo discorso alla Casa Bianca dopo il ritiro dell'ultimo soldato americano dall'Afghanistan, il presidente degli Stati Uniti esce allo scoperto con una schiettezza che rischia di far saltare il banco della diplomazia mondiale. "Non avevo intenzione di prolungare questa guerra eterna. E non avevo intenzione di prolungare una uscita infinita - ha spiegato Biden al Paese -. Devo pensare alle minacce del futuro, non a quelle del passato". Ecco il punto: l'uscita di scena dal pantano afghano rappresenta un cambio di scenario per il mondo intero. È "la fine dell’era delle grandi operazioni militari per cambiare altri Paesi". Insomma, se sarà ancora "guerra al terrore" sarà di certo con operazioni limitate e "obiettivi chiari e raggiungibili".

Sotto accusa per il caos generato dalla fuga precipitosa da Kabul, il leader democratico ribatte parlando di "straordinario successo" dell'evacuazione. Duecento americani sono rimasti in Afghanistan, ma "il 90% degli americani che lo desideravano" (5,500 persone) è tornato a casa anche grazie al "coraggio incredibile" di militari e diplomatici.

Il vero punto però è sui nuovi "nemici" degli Usa. Certo, i terroristi dell'Isis che hanno provocato la strage all'aeroporto, con 13 soldati americani morti e oltre 170 vittime civili tra gli afghani. "Con voi non abbiamo finito", ha minacciato nuovamente il presidente. Era impossibile però rimanere ancora a Kabul perché se si fossero disattesi gli accordi di Doha sul ritiro si sarebbe rischiata una nuova sanguinosa guerra sul campo. "La scelta vera era tra andarsene e una escalation - avverte Biden -. Siamo andati lì per al Qaeda... abbiamo ucciso bin Laden dieci anni fa e decimato al Qaeda. Era il momento di finire questa guerra. Questo è un mondo nuovo dove il rischio terroristico è metastatizzato. Devo difendere l’America non dalle minacce del 2001 ma da quelle di oggi e di domani". Che si chiamano Cina e Russia: "Non vogliono altro che vederci impantanati per un altro decennio in Afghanistan".

 

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