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Iran, vince l'ultraconservatore Ebrahim Raisi: un presidente protetto dell'Ayatollah

L'ultraconservatore Ebrahim Raisi ha vinto le elezioni presidenziali che si sono svolte il 18 giugno in Iran con il 62% delle preferenze, secondo i primi dati ufficiali parziali. Sui 28,6 milioni di schede attualmente scrutinate, Raisi "ha ottenuto fino ad ora più di 17 milioni e 800.000 voti - ha annunciato in conferenza stampa Jamal Orf, presidente della Commissione nazionale elettorale - Mohsen Reza più di 3 milioni e 300.000 preferenze, Abdolnasser Hemmati più di 2 milioni e 400.000 voti". Gli aventi diritto al voto quest'anno sono più di 58,3 milioni di iraniani, dai 18 anni in su.

Poco prima dell'annuncio, il presidente moderato Hassan Rohani aveva annunciato che il suo successore era stato eletto, senza tuttavia fare il nome dell'atteso vincitore, ovvero il protetto dell'ayatollah, il religioso fondamentalista Ebrahim Raisi. "Mi congratulo con il popolo per la sua scelta. Dato che non è ancora stato ufficialmente annunciato, in base alla legge, le mie congratulazioni arriveranno dopo, ma sappiamo chi ha ricevuto abbastanza voti in questa elezione e chi sarà eletto oggi dal popolo".

Raisi aveva già corso contro Rohani nel 2017. È noto per il suo coinvolgimento in un comitato del 1988 che ha condannato a morte migliaia di dissidenti, militanti e altri dopo la guerra Iran-Iraq. Ha stretti legami con il potente corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica. Con dei messaggi su Twitter e Instagram gli altri candidati - l'ex comandante in capo dei Guardiani Mohsen Rezai, il deputato Amir-Hossein Ghazizadeh Hashemi e l'ex presidente della Banca Centrale Abdolnasser Hemmati - hanno riconosciuto la sua vittoria.

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