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Israele verso la guerra, invia militari in Cisgiordania dopo la decisione di Trump su Gerusalemme

Il Medio Oriente è a un passo dall'esplodere. L'annuncio di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele ha scatenato la reazione violenta dei palestinesi. Mentre Hamas ha annunciato che da oggi si sono "aperte le porte dell'Inferno", l'esercito israeliano ha subito rafforzato la sua presenza in Cisgiordania, nel timore di proteste violenti e scontri. "Sulla base della valutazione della situazione da parte dello Stato maggiore, è stato deciso che alcuni battaglioni saranno inviati di rinforzo nell'area della Giudea e della Samaria, così come unità di intelligence e di difesa territoriale", si legge nella nota dell'esercito, nella quale si fa riferimento alla Cisgiordania con l'antica dizione biblica. Migliaia di palestinesi già mercoledì sono scesi in piazza nella Striscia di Gaza per protestare prima ancora della decisione degli Stati Uniti. Le manifestazioni, che hanno avuto per protagonisti soprattutto studenti, rappresentanti delle fazioni politiche palestinesi e della società civile, hanno avuto luogo a Ramallah, Jenin, Tubas, Hebron, Nablus, Gaza, Rafah e Khan Younes. I dimostranti, secondo la Wafa, hanno sventolato le bandiere palestinesi e lanciato slogan per Gerusalemme capitale dello Stato di Palestina.

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