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Corea del Nord, la ragazzina che può salvare il mondo dall'Apocalisse nucleare

La Corea del Nord e il mondo appesi a una ragazzina. Sulle Olimpiadi invernali del 2018 che si disputeranno a Pyeongchang, cittadina sudcoreana a due passi dal confine più militarizzato del mondo, grava l'incubo dell'Apocalisse nucleare. Non si sa il 9 febbraio, quando cominceranno i giochi, la guerra contro Kim Jong-un sarà già cominciata, in caso contrario potrebbero essere Ryom Tae-ok, 18 anni, e Kim Ju-sik, 25, a scongiurarla. Sono due giovanissimi atleti di pattinaggio di figura nordcoreani, allenati da uno staff canadese, che a Oberstdorf in Baviera, si sono qualificati per le Olimpiadi con una prova bella e sorprendente sulle note della struggente Je ne suis qu'une chanson di Ginette Reno. Erano seduti accanto ai colleghi americani e le due coppie non hanno tradito emozioni, né gesti di rabbia per il "grande nemico" né abbracci di fraternizzazione. Ora il loro destino sarà nelle mani del Cio (che potrebbe accodarsi alle Nazioni unite e decretare l'esclusione della Corea del Nord dai Giochi come rappresaglia) e, ovviamente, dello stesso Kim Jong-un. Se il dittatore proseguirà con la escalation di minacce, test missilistici e proclami bellici è a rischio l'intera organizzazione olimpica, visto che già Francia, Austria e Germania hanno avvertito che non invieranno i loro atleti se la situazione tra Corea del Nord e Sud non sarà in qualche modo normalizzata. Una tregua olimpica per cui servirebbe un miracolo. Sul ghiaccio. 

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