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Catalogna, la Guardia Civil carica gli indipendentisti ai seggi: caos e feriti nel giorno del voto

Nel giorno del referendum sull'indipendenza della Catalogna, dopo le tensioni della vigilia, esplode la guerriglia. Seggi aperti alle 9 del mattino, con lunghe file: gli attivisti sfidano Madrid e l'autorità centrale, che vuole bloccare il voto. Altissima tensione con la Guardia Civil, che ha fatto irruzione in un seggio di Girona, dove era previsto che votasse il presidente della Generalitat della Catalogna, Carles Puigdemont. Impedire il suo voto ha un alto valore simbolico, ma poco dopo il leader ha fatto sapere di aver votato in un altro seggio. (Nel video, l'irruzione al seggio di Girona) Secondo quanto si è appreso, ci sarebbero oltre 750 feriti a causa delle cariche della polizia spagnola in Catalogna. "Qualunque cittadino può andare a votare in ogni punto elettorale e avrà la doppia conferma del suo voto, questo rallenterà il procedimento ma garantirà che tutti possano votare", ha detto il portavoce del governo catalano, Jordi Turull. "Ci saranno schede in tutti i seggi", ha aggiunto. Intanto le urne stanno continuando ad arrivare nei diversi locali adibiti a seggio, trasportate in auto dai militanti indipendentisti, mentre i Mossos d'Esquadra, la polizia locale, per il momento si limita a controllare la situazione e a stilare rapporti ma senza intervenire. La Guardia Civil, però, è entrata nella sede del ministero dell'Istruzione ed ha arrestato il ministro Claras Ponsatì. Agenti antisommossa hanno sparato proiettili di gomma mentre cercavano di allontanarsi dal seggio Ramon Llull di Barcellona. La polizia stava tentando di lasciare il luogo del seggio dopo un blitz effettuato per sequestrare le urne del referendum, quando è stata presa di mira da un lancio di oggetti da parte dei manifestanti, riporta l'agenzia spagnola. I furgoni della polizia sono stati fermati dalla folla e gli agenti hanno sparato proiettili di gomma per aprire il passaggio dei mezzi. In serata, il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha usato parole molto taglienti su quanto successo in Catalogna: "Oggi non c'è stato alcun referendum di autodeterminazione. Tutti gli spagnoli hanno constatato che lo Stato di diritto resta in vigore e mantiene la sua forza. La maggioranza dei catalani non ha voluto  partecipare alla sceneggiata dei secessionisti. Senza clamore ha  ignorato la chiamata alle urne".

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