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Messico, terremoto 7.1: oltre 200 vittime, si temono 1.000 morti

È di almeno 224 vittime il bilancio del terremoto magnitudo 7.1 che è ha colpito il Messico mentre 3,8 milioni di persone sono rimaste al buio. Migliaia di persone terrorizzate, poco dopo le 13 di martedì, si sono riversate in strada per sfuggire agli edifici che si sgretolavano, solo 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha ucciso 98 persone e proprio in occasione del 32esimo anniversario del devastante terremoto, uno dei peggiori del Novecento, che il 19 settembre del 1985 in Messico ha provocato 10.000 vittime. Una coincidenza agghiacciante. L'epicentro è stato nella regione Morelos, a circa 160 chilometri da Città del Messico. È certo che le vittime sono moltissime. Secondo l'ultima dichiarazione della Protezione civile, i morti sono almeno 196, dei quali 97 a Città del Messico, 55 a Morelos, 32a Puebla, 10 nello Stato del Messico, uno a Guerrero e un altro a Oaxaca. Ma fonti del governo aggiornano il bilancio a 224 vittime e purtroppo, dato il numero di crolli, sono numeri destinati a crescere. Si tratta in gran parte di persone rimaste uccise nel crollo delle proprie abitazioni. L'interruzione di energia elettrica ha lasciato al buio oltre 4 milioni di persone, così come l'erogazione del gas è stata sospesa in molte zone del paese colpite dal sisma per il timore di esplosioni e incendi. Il presidente Pena Nieto ha detto in tv che la corrente elettrica manca in quasi la metà della capitale. A Città del Messico il bilancio è drammatico: almeno 40 case o palazzi sono crollati o hanno subito danni di una certa importanza, secondo un primo bollettino diffuso dalle autorità municipali. Il responsabile della Protezione civile della capitale, Fausto Lugo, ha riferito che alcune persone sarebbero rimaste sepolte sotto le macerie degli edifici. La United States Geological Survey (Usgs), l'agenzia scientifica del governo Usa per il territorio, ha stimato che potrebbe arrivare a 1.000 morti il bilancio del terremoto magnitudo 7.1 che è tornato a far tremare la terra in Messico, 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha causato 98 morti. L'Usgs ha lanciato un'allerta "arancione" sulle possibili vittime e "rossa" per l'impatto economico che, è stato spiegato, richiederà una significativa risposta a livello nazionale e internazionale. Messaggi di solidarietà sono arrivati da tutti i leader sudamericani, a partire dal venezuelano Nicolas Maduro, dal presidente di El Salvador, Salvador Sanchez e dal presidente dell'Honduras, Juan Orlando Hernandez. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha augurato ai feriti e al Paese una veloce ripresa. Il terremoto sembra che abbia provocato anche un'eruzione del vulcano Popocatepetl, nella regione di Puebla, provocando la morte di 15 persone, secondo il governatore Jose Antonio Gali. È il vulcano più attivo del Messico. L'ultima eruzione era stata registrata lo scorso luglio di quest'anno.

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