Il generale Pomponi: "Vi spiego cosa significa essere nella Guardia di Finanza"
Generale Di Divisione Virgilio Pomponi cosa significa per lei essere il Comandante dell'Accademia della Guardia di Finanza? "È senza dubbio un'esperienza bellissima, unica come unica è l'Accademia. Non credo che possa avere eguali per un ufficiale del Corpo poter rivivere quotidianamente, attraverso i giovani allievi, ma con gli occhi e la consapevolezza dell'età matura, quelle esperienze che hanno segnato gli anni della sua prima formazione". L'Accademia deve formare nuovi ufficiali, cosa ha insegnato a lei questo ruolo di Comandante dell'Accademia della Guardia di Finanza? "È un ruolo delicato, di grande responsabilità, quale è quello di formare i futuri Comandanti del Corpo, incidendo quindi in misura determinante sul futuro dell'intera Istituzione. Svolgere il compito di formatore ti impone di riflettere con attenzione sul significato di "formazione" e questo ti porta a seguire, talvolta inconsapevolmente, un percorso di crescita umana e professionale che nelle mie precedenti esperienze di servizio, anche quelle più significative, non mi era mai capitato di svolgere nella stessa misura. È un'esperienza che mi ha insegnato molto anche nel mio ruolo di genitore". Diventare ufficiale della Guardia di Finanza è più che una professione, piuttosto si potrebbe definire una scelta di vita e di valori. Quali sono quelli che vi contraddistinguono? "I nostri valori sono innanzitutto quelli comuni ad ogni buon cittadino, fatti di senso civico e di rispetto per le regole della comunità in cui si vive e per i suoi componenti. A questi si aggiungono i valori propri del nostro ruolo di pubblici dipendenti, di militari e di finanzieri, per di più investiti della responsabilità del comando. Per un dipendente pubblico servire lo Stato significa anteporre il bene pubblico all'interesse individuale. Essere militari significa dare priorità ai doveri del proprio stato (con disciplina e onore recita la formula del nostro giuramento) rispetto all'esercizio dei propri diritti. Essere finanzieri vuol dire avvertire fortemente il “dovere della competenza” e dell'aggiornamento professionale, data la complessità e la continua evoluzione delle norme che disciplinano i nostri compiti istituzionali. Essere comandanti significa poi essere soprattutto esempio per i propri uomini, esserne una guida autorevole. L'esempio costituisce infatti lo strumento più efficace per trasmettere ai nostri allievi e al nostro personale tutti i valori che contraddistinguono il Corpo della Guardia di Finanza. Tutto ciò si coniuga ad un radicato senso etico, che trova riscontro nella forte vocazione sociale che caratterizza la nostra azione di servizio, volta a tutelare l'economia sana del paese e salvaguardare le entrate dello Stato al fine di recuperare risorse da destinare alla realizzazione di migliori servizi per i cittadini". Il rapporto tra l'Accademia e il territorio orobico, che vi ospita ormai da tempo, sembra caratterizzato da un legame sempre più profondo. Perché avete scelto questo approccio? "L'Accademia può sembrare un'Istituzione chiusa, ma non lo è affatto. L'Istituto ricerca ogni forma di contatto con l'esterno per cogliere migliori occasioni di arricchimento e miglioramento della propria azione formativa, che risulta efficace solo se adeguata all'evoluzione sociale ed economica del Paese. I nostri ragazzi devono essere preparati a svolgere domani una delicata funzione pubblica, che si relaziona continuamente con l'esterno ed incide in misura significativa sul contesto territoriale in cui si troveranno ad operare. Il territorio bergamasco costituisce pertanto il nostro banco di prova, una sorta di laboratorio nel quale i nostri ragazzi si addestrano per il migliore svolgimento della missione istituzionale affidata al Corpo. Mi è sempre piaciuto rimarcare come la gente bergamasca costituisca per tutti noi un esempio di rigore, serietà e laboriosità, elementi che contribuiscono a completare l'azione formativa degli istruttori facendo della città il contesto ideale per la crescita dei nostri allievi. È anche da questo che deriva il forte legame affettivo che si è creato con il territorio, un legame che è cresciuto costantemente nei 34 anni di presenza dell'Istituto in Bergamo e che quotidianamente vediamo ricambiato dai nostri "concittadini". Ne sono testimonianza gli eventi organizzati dall'Accademia, che coinvolgono il territorio sul piano culturale, sociale e sportivo e che costituiscono spesso l'occasione per iniziative a carattere solidale a cui i bergamaschi rispondono sempre con grande entusiasmo". Quale consiglio darebbe ad un giovane che oggi vorrebbe diventare un ufficiale della Guardia di Finanza? "Il suo quesito è particolarmente attuale perché il prossimo 15 marzo scade il termine per la presentazione delle domande per l'ammissione in Accademia di 61 allievi ufficiali, 55 del comparto ordinario e 6 del comparto aeronavale (3 piloti militari e 3 comandanti di stazione e unità navale). Tutte le informazioni necessarie per la partecipazione al concorso sono presenti sul nostro sito istituzionale (https://concorsi.gdf.gov.it/Portale-Concorsi/Reclutamento-Accademia.aspx). Ritengo che la scelta di mettersi al servizio dello lo Stato sia una delle più belle e gratificanti opportunità che si possano proporre ad un giovane che debba decidere del suo futuro. Il compito è tutt'altro che facile e per esserne all'altezza bisogna tirare fuori il meglio delle proprie qualità. La via per ottenere questo risultato è quella di non temere le sfide e le conseguenti difficoltà, ma interpretarle come occasione per migliorarsi sul piano umano e professionale, in modo da acquisire le competenze e qualità di leadership che devono caratterizzare ogni ufficiale del Corpo. Se un giovane è animato da questo desiderio, l'Accademia della Guardia di Finanza costituisce per lui una delle opzioni più stimolanti e formative". di Paola Natali