Poliziotti o Boy Scout?
Il Messaggero Tv ha pubblicato un video, a mio avviso emblematico, che rappresenta perfettamente la situazione sicurezza nel nostro Paese. Un Paese nel quale otto agenti di Polizia non riescono a controllare un esagitato, non è un Paese sicuro. Nella nostra Repubblica la sicurezza interna è totalmente demandata alle Forze di Pubblica Sicurezza. Ineccepibile, a patto che queste ultime siano messe nella condizione di svolgere il proprio lavoro, ovvero tutelare la sicurezza dei cittadini, in maniera efficiente. Se però ci troviamo ad avere una Giustizia che non garantisce la pena certa per chi commette reati di vario genere e in più abbiamo agenti "terrorizzati", nell'adempiere il proprio lavoro in modo efficace, dalla paura di eccedere nell'abuso di potere, c'è poco da stare sereni. In più abbiamo l'aggravante che gli operatori non ricevono una preparazione psico-fisica adeguata per svolgere un compito complesso da un punto di vista psicologico, tattico e tecnico. Con questi presupposti è più facile comprendere come sia possibile che otto agenti non siano riusciti a bloccare, ammanettare e mettere in macchina un delinquente non collaborativo. In Italia purtroppo si è completamente perso il senso del rispetto per l'autorità e questo non vale solo per le forze dell'ordine, vale pure per i professori in ambito scolastico e per i medici e gli infermieri in ambito ospedaliero. Se oltre alla perdita del rispetto per l'autorità costituita aggiungiamo la mancanza di educazione alle emozioni, ai sentimenti e al rispetto dell'individuo in quanto tale, ci avviamo mestamente verso l'anarchia totale. Lungi da me il sostenere comportamenti violenti e abusanti da parte delle FFOO, credo però fermamente nel diritto e nel dovere da parte di queste ultime di farsi rispettare. Senza il rispetto per l'autorità costituita non può esserci sicurezza. Quando con un individuo si interrompe la comunicazione civile, ciò che fa la differenza è l'atteggiamento assertivo. Se infatti il nostro interlocutore chiude il canale uditivo e non esiste da parte di quest'ultimo rispetto per chi ha di fronte, l'unica resistenza all'incremento dell'escalation di violenza da parte del soggetto è la percezione di un hard target. Cosa significa hard target? Potremmo tradurlo con "osso duro", non facile da sottomettere. Il delinquente se non teme l'arresto perché non ha nulla da perdere, e vede di fronte a sé agenti insicuri e titubanti, accresce la fiducia nei suoi mezzi ed aumenta la sua aggressività. Per questo gli agenti devono essere addestrati per arrivare a possedere quelle competenze necessarie a gestire la situazione in modo fermo e deciso. Il malvivente deve "sentire" a pelle, in modo primordiale, che gli conviene non esagerare perché ha di fronte agenti che non scherzano e che non sono lì per farsi mettere i "piedi in testa". Dal video traspare in maniera evidente, l'indecisione di tre agenti nella fase iniziale proprio nel momento in cui quello più assertivo apre la portiera posteriore sinistra. Nel momento in cui l'aggressore inizia a spingere un agente, in tre non sono stati in grado di bloccarlo. Il soggetto inizia quindi, capita l'incertezza da parte dei poliziotti, ad urlare e addirittura si permette di dare una manata in faccia ad un agente e riesce a scappare da altri tre, che avevano le mani su di lui. Per concludere la "scenetta" degna del miglior Benny Hill (peccato che però questo non sia uno spezzone di un film comico ma purtroppo sia un filmato amatoriale reale), un sesto agente in maniera scoordinata cerca di tirare un calcio, senza prendere il criminale, rischiando di cadere da solo. A questo punto il malvivente tira un pugno al finestrino di un auto in transito, con tre agenti dall'altra parte dell'auto a pochi metri che rimangono inspiegabilmente a guardare senza intervenire tempestivamente. A questo punto il nordafricano si attacca all'auto del malcapitato e in una situazione delirante, degna di una scena del film Arma Letale con Mel Gibson, riesce a scappare eludendo l'intervento poco reattivo delle FFOO.