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Arriva il podcast di Libero. Il quotidiano ora si ascolta: la novità dall'1 giugno con Alessandro Sallusti

Francesco Specchia
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Si insinueranno nei vostri salotti, nei tinelli, dai cruscotti della vostra auto affaticata, nel traffico, all'ora di punta. «Dicono che tre minuti sia il tempo giusto per fare due cose: la prima è quella di prendere una giusta decisione, in meno si rischia di essere avventati, di più significa che cuore e cervello non sono allineati. La seconda è esprimere un'idea. Se non ci riesci in 3 minuti non te ne basteranno 300 per farti capire». Quando, nello spot che circolerà in questi giorni, sentirete le suddette parole- profonde e dal rotacismo invincibile - di Sandro Sallusti il quale, citando il fulcro del pensiero liberale, vi spiegherà che «lavoce dà un'anima alle parole»; be' in quel preciso istante, avrete la consapevolezza di quanto questo giornale sia davvero Libero di contribuire in ogni forma, appunto, al libero traffico delle idee. Libero diventa sempre più cross mediale, e si dedica anche al podcasting. Ovvero alla confezione di podcast; ovvero, in parole povere, alla creazione di contenuti audio trasmessi online e fruibili "on demand", fondamentalmente quando ne uno ne ha voglia.
 

IL BOOM Il podcast è un format nato una quindicina di anni fa e esploso durante la malinconia sociale del lockdown: è comodo e libertario, lo puoi ascoltare dove e come vuoi, tramite svariate piattaforme digitali tra le quali Spotify, Spreaker, Amazon Music, Apple Podcast e Podcastory.
Cioè le stesse piattaforme- oltre al QR Code dalla copia cartacea e al sito - da cui lo stesso direttore responsabile di Libero, dall'1 giugno commenterà dal martedì al sabato i fatti del giorno attraverso una finestra quotidiana, per l'appunto, di 3 minuti.
Con la naturale prospettiva che, grazie ai colleghi della redazione e alla nostra formidabile comunità di lettori, il sonoro dei contributi giornalistici di Libero potrà costruire un'ulteriore rete di notizie, commenti e approfondimenti. Chi ama la radio, indubitabilmente ama i podcast. Che sono i pensieri della radio messi in frigorifero e scongelati al primo accenno d'appetito di storie, notizie o racconto.
Tecnicamente, i podcast sono uno strumento di comunicazione infinito quanto lo scibile umano. Ne esistono di dedicati alla cultura, altri alla politica, altri ancora al "crime" (la categoria più seguita in assoluto, secondo le classifiche peraltro ancora abbastanza fumose); altri si occupano di tecnologia, sport, videogiochi, cinema musicali, d'informazione. Quasi tutti sono composti da varie puntate spesso suddivise in serie o stagioni. E gli episodi possono durare dai dieci minuti fino all'ora abbondante, dipende dalla scelta editoriale di ogni "creator". In Italia, 14 milioni e mezzo di persone ascoltano i podcast, secondo i dati della ricerca NielsenIQ per Audible- il settore podcast di Amazon- relativi all'anno 2021. Un numero considerevole. Ma il dato che più spicca è che la tendenza sia in aumento. Gli appassionati del genere crescono del 4%: significa che il podcast non è un fenomeno passeggero né sopravvalutato come la web tv ola realtà aumentata. La sorpresa sta nell'identikit dei maggiori fruitori di podcast in Italia: i Millennials e i Generazione Z in Italia. Il 75% degli intervistati della suddeetta ricerca, nella fascia fra i 18 e 24 anni, ha infatti confermato di ascoltarli, così come il 69% degli intervistati tra i 25 e i 34 anni. Questa è la fascia d'età con la più elevata quota dei cosiddetti "heavy users", ovvero i consumatori pesanti, chi ascolta podcast tutti i giorni. Un pubblico giovane che si dedica a quest' attività solo da un anno e mezzo, a riprova del fatto che - in così poco tempo- i podcast sono entrati a pieno diritto nelle modalità di intrattenimento preferite.
 

A CASA Altro dato. Gli ascoltatori di podcast sono persone molto connesse, che trascorrono su Internet oltre 4 ore al giorno (69%). Inoltre, due intervistati su cinque ascoltano sia audiolibri che podcast. E, a differenza della radio classica e contrariamente a chi pensa che le voci in trasmissione siano la compagnia ideale per chi viaggia, è in casa che si ascoltano più podcast. Le pareti domestiche sono il luogo prescelto dal 78% degli italiani con un netto distacco rispetto all'automobile (26%) e i mezzi pubblici (19%). Cosa spinge la gente a premere play e restare all'ascolto per 5, 15, 30 minuti o più? Per il 35% degli ascoltatori è l'attualità, seguita a ruota dalla curiosità verso nuovi contenuti da scoprire (33%) e dal divertimento (28%). Qualunque sia il motivo che spinge all'ascolto di podcast, per la maggior parte degli italiani, questi rappresentano il modo per mettere meglio a frutto il tempo di cui dispongono. Il 47% dichiara infatti che i podcast sono uno strumento perfetto «per intrattenersi mentre si fanno altre cose». La ricerca si conclude con un'informazione interessante. Quali sono i podcast più ascoltati? Tra le trasmissioni con maggior successo in termini assoluti e quelle più ascoltate nell'ultimo anno, spicca Listen and learn del compianto John Peter Sloan, La piena di quel fenomenale narratore di storie che è Matteo Caccia e Le grandi battaglie della storia del professor Alessandro Barbero che magari avrà idee politiche discutibili ma come divulgatore resta un asso. Nell'ultimo anno, invece, risultano più frequentate le Storie brutte sulla scienza del divulgatore irriverente Barbascura X e Nero come il sangue di Picozzi e Lucarelli, a dimostrazione che le storie di crime -si diceva- restano seguite da folle di appassionati. Ecco, Libero, camminerà in questo solco. Con un microfono, e molte idee che vogliono fare la rivoluzione. E seguendo la voce, le parole e l'anima gentilmente loro fornita...

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