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Cardinali e papabili: chi c'è in pole position per il soglio di Pietro

di TMNews giovedì 24 aprile 2025
2' di lettura

Roma, 24 apr. (askanews) - Sono circa 120 i cardinali elettori del prossimo Pontefice che si riuniscono già in questi giorni per organizzare il conclave, terminati i nove giorni di lutto decretati in Vaticano. Due terzi sono stati nominati da papa Francesco e rispecchiano in gran parte la sua visione di una Chiesa più inclusiva.

Nella Cappella Sistina i cardinali presteranno giuramento di assoluto segreto; nei giorni del Conclave non possono avere alcun rapporto col mondo esterno; niente giornali e soprattutto ai nostri giorni niente smartphone. Anche per questo il fascino della cerimonia coi suoi riti antichi resta immutato.

Impossibile oggi dire chi sia il favorito anche se in molti si esercitano nel toto nomi. Dopo un papa polacco, uno tedesco e uno argentino tornerà un italiano? In pole position Pietro Parolin, Segretario di Stato di Papa Francesco, 70 anni, vicentino, fine diplomatico. A lui si deve la firma del protocollo con la Cina per la nomina dei vescovi.

Fra gli italiani poi si parla di Matteo Zuppi, romano 69 anni, presidente della Cei, del francescano Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, costante promotore di pace; del diplomatico poliglotta Claudio Gugerotti.

*Fra i conservatori il candidato di punta invece è l'Arcivescovo di Budapest, Peter Erdo, 72 anni, esperto di diritto canonico, ratzingheriano di ferro.

Se la Chiesa fosse pronta per un Papa africano, il più quotato è l'arcivescovo di Kinshasa, Fridolin Ambongo, frate cappuccino, uno dei cardinali che si oppose alle benedizioni per le coppie omosessuali, volute da papa Francesco.

Fra i più vicini al pensiero del pontefice defunto, invece, il filippino Luis Antonio Tagle, 67 anni, creato da Benedetto XVI, nome più quotato per l'Asia, e ancora l'Arcivescovo di Marsiglia, Jean Marc Aveline, 66 anni, teologo francese, nato in Algeria.

*Ma anche Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma e Juan José Ornella, arcivescovo di Barcellona e un passato da missionario al servizio degli ultimi.

Si voterà ogni giorno, mattina e pomeriggio, finché un candidato non ottiene la maggioranza dei due terzi. E quindi due volte al giorno dal camino della Sistina esce la fumata nera o bianca, prodotto dalle schede bruciate colorata da una sostanza chimica.

Dopo 30 votazioni, basterà la maggioranza semplice.

Al candidato eletto viene chiesto se accetta e, in caso affermativo, quale nome scelga come pontefice. Poi indossa i paramenti papali per la presentazione - tre set di abiti sono preparati dai sarti vaticani per ogni evenienza.

Il decano dei cardinali Giovanni Battista Re si affaccerà sul balcone principale della Basilica di San Pietro, davanti ai fedeli allertati dalla fumata bianca, e proclamerà "Nuntio vobis gaudium magnum: Habemus papam" - "Vi annuncio una grande gioia: Abbiamo un papa."

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Tajani: Regeni? Ad Al-Sisi augurio collaborazione giudiziaria proceda

Il Cairo, 24 apr. (askanews) - "Ho detto che ci auguriamo che la collaborazione giudiziaria possa procedere e si possa risolvere il problema con la soddisfazione di entrambi i Paesi, perché è giusto che ci sia la conclusione di un procedimento giudiziario in corso". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al termine dell'incontro con il presidente egiziano Al-Sisi, ha risposto a margine a chi gli chiedeva se nel corso del colloquio è stato affrontato il caso Regeni.

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Tajani: Italia sostiene Egitto in tutti i modi per cessate fuoco Gaza

Il Cairo, 24 apr. (askanews) - "L'Italia sosterrà in tutti i modi il tentativo di mediazione egiziana per arrivare a un cessate il fuoco prolungato tra Israele ed Hamas. Il lavoro dell'Egitto non è facile, ma ho messo a totale disposizione il nostro Paese perché si possa raggiungere la pace in questa tormentata area mediorientale. Anche per quanto riguarda la ricostruzione abbiamo rinnovato totale sostegno all'azione egiziana. Abbiamo detto che siamo pronti a fare tutto ciò che potrebbe essere utile per favorire la mediazione egiziana": lo ha affermato dal Cairo il ministro degli Esteri e vice-premier Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a margine, al termine dell'incontro con il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.

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Tajani al Cairo: attacchi Houthi problema grave, 7 mld danni a Egitto

Il Cairo, 24 apr. (askanews) - "C'è una comunità d'intenti per cercare di garantire la libertà di navigazione attraverso Suez e attraverso il Mar Rosso. È un problema quello degli attacchi degli Houthi grave per l'Egitto, perché ha avuto danni enormi, circa 7 miliardi di dollari. Noi abbiamo avuto danni per le nostre imprese esportatrici, più le spese che dobbiamo profondere per la presenza della nostra Marina militare che deve garantire la libertà di navigazione nel Mar Rosso": lo ha dichiarato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a margine al termine del colloquio con il presidente egiziano Al-Sisi al Cairo.

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Ai funerali del papa occhi puntati su Trump, Zelensky e Von der Leyen

Roma, 24 apr. (askanews) - Sono più di 170 le delegazioni attese per i funerali di Papa Francesco, sabato 26 aprile (alle 20) sul sagrato della Basilica di San Pietro: in prima fila ovviamente capi di Stato e di governo, sovrani e leader spirituali. Amici e cosiddetti "nemici", come il presidente dell'Argentina Javier Milei, che in passato non ha risparmiato critiche, insulti compresi, verso Francesco. Ma gli occhi restano puntati su Donald Trump, che in partenza venerdì prevede una trasferta di meno di 24 ore, rendendo poco fattibile un incontro decisivo sull'Ucraina o sulla guerra dei dazi a margine delle esequie del Pontefice.

Come è noto, ci sarà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma dopo il no alle pressioni americane per accettare un piano considerato da Kiev piuttosto una dichiarazione di resa, tra i due non tira buona aria.

E ci sarà soprattutto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che la premier Giorgia Meloni vorrebbe vedere formalmente a colloquio con il presidente americano: anche qui, però, difficile che si intavoli qualcosa che assomigli a un vero vertice.

Ci saranno inoltre il presidente francese Emmanuel Macron e i reali di Spagna Felipe VI e Letizia. Per la Germania sia il presidente Frank-Walter Steinmeier che il cancelliere uscente Olaf Scholz e per la Gran Bretagna il principe William e il primo ministro Keir Starmer. Poi i capi di stato di Portogallo, Svizzera, i leader di diversi paesi balcanici, il presidente polacco Andrzej Duda. Ci sarà anche il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva.

E a Roma convergeranno delegazioni di tutte le confessioni religiose, dal grande Imam di Al Azhar, Ahmad al Tayyebb, che è stato un importante interlocutore del Papa nel mondo musulmano, a una delegazione della comunità ebraica e il rabbino capo di Roma Riccardo di Segni. Da Mosca per il patriarcato ortodosso arriva il metropolita Antonij.

I "grandi" assenti restano il presidente Vladimir Putin, che ha deciso di inviare la ministra della Cultura Olga Ljubimova e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che si è fatto notare nei giorni scorsi per non aver offerto le sue condoglianze al Papa.

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