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Israele colpisce tenda giornalisti a Gaza, "c'era uno di Hamas"

di TMNews lunedì 7 aprile 2025
2' di lettura

Khan Younis (Striscia di Gaza), 7 apr. (askanews) - Almeno diciassette persone sono state uccise nei raid notturni israeliani su Gaza secondo quanto indicato da fonti sanitarie palestinesi. Fra gli obbiettivi colpiti anche una tenda in un campo profughi vicino all'ospedale Nasser che offriva riparo ad alcuni giornalisti locali a Khan Younis nel centro della Striscia.

L'esercito e i servizi dello Shin bet hanno confermato di aver preso di mira il fotoreporter Hassan Eslaiah. Secondo Israele l'uomo avrebbe preso parte all'attacco di Hamas del 7 ottobre. Eslaiah sarebbe rimasto ferito nell'attacco. In una dichiarazione Idf e Shin Bet hanno affermato che Eslaiah era un membro della Brigata Khan Younis di Hamas e operava "sotto le mentite spoglie di un giornalista e proprietario di un'agenzia di stampa".

"Ho visto il giornalista Ahmed Said steso a terra con gravi ferite alle gambe mentre la tenda accanto a noi era in fiamme" racconta Mahmoud Awad, giornalista di Al Jazeera, dicendo che è stata "una scena orribile, abbiamo sentito un enorme rumore ed era una tenda a sei metri dalla nostra, siamo usciti con un collega e ho visto che sanguinavo. Un altro collega era avvolto dalle fiamme.

Noi siamo giornalisti, abbiamo il dovere di coprire quello che succede. Siamo parte integrante della società ma non siamo affiliati a nessuna organizzazione, a nessun programma politico" dice Awad.

Sono almeno 210 i giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023: lo ha reso noto l'ufficio stampa del governo controllato da Hamas a poche ore dal raid aereo dell'Idf. All'inizio di aprile, il centro studi statunitense Watson Institute for International and Public Affairs aveva stimato che la guerra di Israele a Gaza è la più mortale mai registrata per i membri dei media con 232 giornalisti morti. Poiché Israele non lascia entrare i media internazionali, tutte le immagini dalla Striscia, dal 7 ottobre, anche quelle che ora vediamo, vengono dai giornalisti palestinesi che lì risiedevano prima di quella data.

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"C'è tanta sofferenza per la perdita di una persona così cara - ha aggiunto - e così cara a tutti, che ha saputo unire tanti uomini e donne, anche con sensibilità diverse, che però si sono sentiti vicini - e si sentono vicini - e compresi, proprio per l'attenzione alla persona e a Dio. Ecco, è la sua Pasqua. Ci aiuta a capire qual è la forza dell'amore, che in Gesù vince il male della morte, e ci aiuta a guardare con speranza, con fiducia, anche questo passaggio così doloroso per tutti".

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