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Migranti, Commissione Ue presenta nuovo regolamento su rimpatri

di TMNews martedì 11 marzo 2025
2' di lettura

Milano, 11 mar. (askanews) - La Commissione europea ha presentato a Strasburgo una nuova proposta di regolamento che mira a istituire un sistema comune per i rimpatri dei migranti irregolari che non hanno ottenuto un permesso d'asilo in uno Stato membro, con procedure che vengono definite più rapide, semplici ed efficaci in tutta l'Ue.

La proposta include anche la possibilità di trasferire in "centri di rimpatrio" in paesi extra Ue i migranti che si trovano in situazione illegale in uno Stato membro, dopo aver ricevuto un rifiuto alla domanda d'asilo. Ma, come ha precisato in conferenza stampa a Strasburgo il commissario all'Immigrazione e Affari interni, Magnus Brunner, si tratta di una "nuova possibilità" che è "completamente diversa" sia dal "modello Ruanda", che il governo britannico non è mai riuscito ad applicare per deportare i migranti irregolari nel paese africano, sia dal "modello Albania" che l'Italia ha tentato finora di applicare con poco successo e che era destinato solo a potenziali richiedenti asilo.

"Sui centri di rimpatrio, stiamo creando lo spazio per gli stati membri, in un certo senso, per esplorare nuove soluzioni per il rimpatrio, ovviamente solo per le persone che non hanno il diritto di rimanere nell'Unione Europea. Stiamo creando il quadro giuridico, non stiamo creando il contenuto", ha dichiarato Brunner.

La soluzione proposta dalla Commissione "si applica ai migranti a cui è stato rifiutato l'asilo o che hanno già avuto un ordine di espulsione", ha puntualizzato Brunner. Il nuovo regolamento incentiva il rimpatrio volontario e prevede un giro di vite su chi resta illegalmente dopo l'ordine di lasciare l'Unione Europea.

Ora spetta al Parlamento europeo e al Consiglio Ue il lavoro co-legislativo per concordare eventuali modifiche alla proposta.

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Iran, Tajani: nuovo round di colloqui a Roma? Pronti se c'è richiesta

Valencia (Spagna), 29 apr. (askanews) - "Ancora non ci sono" notizie in merito a un eventuale quarto round di colloqui Usa-Iran sul nucleare a Roma, ma la città "è certamente un luogo dove si sono svolti bene i colloqui due settimane fa. Se ci saranno delle richieste noi siamo sempre pronti ad accogliere delegazioni che vogliono discutere di pace".

Lo ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un punto stampa a margine del Congresso del Ppe a Valencia. "Roma - ha aggiunto - è sempre più capitale della pace e del dialogo".

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Ucraina, Tajani: una tregua di tre giorni non significa nulla

Valencia (Spagna), 29 apr. (askanews) - "Una tregua di tre giorni non significa nulla" anche perché poi "viene violata in 200 casi", "non può essere questa la risposta che la Russia dà alla proposta americana". Lo ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un punto stampa a margine del Congresso del Ppe a Valencia.

"La proposta americana - ha aggiunto - va in tutt'altra

direzione. Noi la sosteniamo, dobbiamo arrivare a un cessate il

fuoco perché poi Zelensky e Putin possano mettersi seduti attorno a un tavolo per raggiungere un obiettivo più ambizioso che è quello della pace".

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"MalAmore", Francesca Schirru: c'è una via d'uscita alla costrizione

Roma, 29 apr. (askanews) - Dall'8 maggio al cinema "MalAmore", esordio al lungometraggio di Francesca Schirru: un film sul coraggio di una giovane donna, amante di un losco pregiudicato in carcere, che trova la forza di ribellarsi a un amore opprimente e violento per vivere la sua libertà, anche a costo delle conseguenze.

La regista: "Attraverso il viaggio d'emancipazione della protagonista possiamo raccontare a fondo quanto sia difficile, soprattutto in una situazione di isolamento che si può vivere, anche solo immaginare che ci sia una strada alternativa per uscire da una situazione di costrizione, da una gabbia, e di rompere le catene di un rapporto di potere che ci opprime. Non volevo tanto dare un messaggio quanto far riflettere su una tematica attuale e ipotizzare una possibilità di avere una via d'uscita e raggiungere una strada per una propria indipendenza".

Un tema purtroppo molto attuale: "Sono partita dall'analisi di una serie di fatti di cronaca, mi sono resa conta che c'era una sorta di fil rouge che le univa, una difficoltà di gestire le relazioni che a mio avviso oggi è molto marcata e da lì abbiamo iniziato a scrivere".

A interpretare la protagonista Mary è Giulia Schiavo, mentre nei panni del pericoloso Nunzio, che ha anche una moglie che lo aiuta a gestire i traffici mentre è in carcere, c'è Simone Susinna. Giulia Schiavo: "I nostri personaggi sono agli antipodi, mi ha aiutata molto anche un lavoro fisico che abbiamo fatto insieme, percepire questa sua grandezza e possenza fisica che lui ha per sentire in me questa soglia di essere indifeso, inerme, uno scricciolo nelle sue mani e poi da qui sono partita e ho sviluppato tutte le sfaccettature per renderla una donna che può essere tutti noi".

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Amnesty Francia: "Per nostro rapporto 2024-2025 a Gaza è genocidio"

Roma, 29 apr. (askanews) - Nel suo rapporto annuale 2024-2025 (pubblicato martedì 29 aprile), Amnesty International ha prodotto un'analisi giuridica che "classifica la situazione a Gaza come genocidio". La direttrice d'Azione di Amnesty Francia Natalie Godard: "Amnesty International ha condotto un'indagine durata mesi per produrre questa analisi giuridica, che classifica la situazione a Gaza come genocidio. Ha richiesto mesi di ricerca e un rapporto di 300 pagine con un'analisi giuridica dettagliata basata sulla definizione di genocidio contenuta nella Convenzione del 1948, il trattato internazionale che definisce giuridicamente il genocidio".

"Si giunge a questa definizione perché si ritiene che tre dei cinque possibili atti di genocidio siano stati commessi dall'esercito israeliano o dalle autorità israeliane a Gaza, e che tali atti siano associati a un intento dimostrabile. L'intento si riferisce alla volontà di distruggere un gruppo di persone. Pertanto, si dimostra che le autorità israeliane hanno l'intenzione di distruggere il gruppo palestinese a Gaza".

Amnesty mette inoltre in guardia dalla normalizzazione e dalla diffusione in Francia di una retorica che nega i diritti umani e mina lo stato di diritto. Per Anne Savinel-Barras, presidente di Amnesty France "il potere militare e la potenza economica avrebbero vinto sui diritti e la diplomazia". Il 2024 mostra tuttavia quanto essenziali siano resistenza e azione.

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