Made in Italy: qualità e sicurezza con Rete Zooprofilattici
Roma, 16 apr. - Made in Italy. Un'espressione che richiama immediatamente l'eccellenza. Non solo nella moda, nel design o nell'automotive, ma soprattutto in un settore che è il cuore pulsante dell'economia italiana: l'agroalimentare. Gusto, tradizione, bellezza, certo. Ma anche - e soprattutto - qualità e sicurezza.
Un settore che nel 2024 ha toccato numeri impressionanti. La filiera vale 523 miliardi di euro. Il solo fatturato del comparto agroalimentare ha superato i 260 miliardi e conta 1,2 milioni di imprese, quasi 3,5 milioni di lavoratori e genera 74 miliardi di euro di valore aggiunto. Nel 2024 la vendita all'estero di prodotti agroalimentari made in Italy ha raggiunto la cifra record di circa 70 miliardi. Un successo di tale portata non sarebbe stato possibile senza la cultura della prevenzione, il rigore scientifico e un sistema di controlli tra i più avanzati al mondo. Alla sicurezza alimentare e al Made in Italy, in occasione della giornata nazionale, Il ministero della Salute ha dedicato il convegno "Strategie e programmi di sviluppo in sinergia tra pubblico e privato nell'ambito della filiera agroalimentare e dell'export. Proteggere la filiera, promuovere l'eccellenza".
"Oggi, quando parliamo di Made in Italy riferito al nostro patrimonio agroalimentare, pensiamo a prodotti tipici, di qualità, sani - ha detto il Ministro della Salute Orazio Schillaci in apertura del convegno. Prodotti che sono parte integrante della nostra dieta mediterranea, che è un modello alimentare salutare per eccellenza riconosciuto in tutto il mondo. Ma pensiamo anche a prodotti 'sicuri'. Ecco, garantire la sicurezza è uno dei compiti del Ministero della Salute attraverso un consolidato sistema di controlli: anche in questo modo si contribuisce a valorizzare le nostre eccellenze e proteggere la filiera".
Un incontro che ha visto il coinvolgimento di istituzioni, esperti e imprese per ribadire un principio fondamentale: la promozione dell'agroalimentare italiano passa prima di tutto dalla sua tutela, attraverso una rete silenziosa ma capillare in grado di rendere il Made in Italy non solo eccellente, ma anche affidabile: Ministero della Salute, Asl, Regioni, ISS, Nas e la Rete degli Istituti Zooprofilattici Italiani, "una vera eccellenza italiana - ha sottolineato ancora il Ministro Schillaci -, composta da professionisti che anche oggi voglio ringraziare per il lavoro quotidiano che svolgono a beneficio della salute dei cittadini".
"La Rete degli IZS è un anello forte della catena - ha affermato Giorgio Varisco, Direttore Generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna (IZSLER). Grazie all'attività del Ministero della Salute e degli Assessorati Regionali (agricoltura e sanità) riesce a garantire al sistema Paese una rete di controlli che è unica a livello europeo e, probabilmente, anche a livello mondiale. Oggi, garantire il Made in Italy significa poter contare su delle strutture di controllo e di ricerca che permettono al Made in Italy di contraddistinguersi nel panorama italiano e internazionale".
Con 10 sedi centrali, 90 sezioni territoriali, oltre 4mila collaboratori specializzati e qualificati e circa 25 milioni di analisi di laboratorio l'anno, la Rete rappresenta un importante strumento operativo per assicurare la sicurezza della filiera agroalimentare e dei prodotti italiani, monitorando la salubrità degli alimenti e dell'ambiente, la salute ed il benessere animale e l'antimicrobico resistenza (AMR), tutelando, dunque, anche la salute umana.
"I 10 IZS sono i pilastri del Ministero della Salute, i suoi 10 bracci operativi. Oggi sono chiamati a un compito epocale: quello di One Health, di mettere insieme tutti quegli ambiti che determinano la qualità dell'alimento e la sua sicurezza, non in termini di security ma di safety, cioè di salute. Noi siamo figli di ciò che mettiamo in bocca", ha detto Francesca Di Gaudio, Direttore Generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia (IZSSi)
Durante il convegno, è emersa con forza l'esigenza di rafforzare la rete, anche di fronte alle nuove sfide: cambiamenti climatici, globalizzazione dei mercati, incremento delle frodi alimentari. "Siamo particolarmente orgogliosi del ruolo che le Istituzioni ci riconoscono: dopo la modifica del Titolo V della Costituzione siamo rimasti le braccia operative del Ministero della Salute. La Rete rappresenta la prima linea della sicurezza alimentare. Una delle caratteristiche - forse - più importanti in auge in questo periodo è proprio quella della valutazione del fenomeno dell'antibiotico resistenza, che rappresenta un'emergenza nella quale ci siamo trovati e, come per tutte le cose italiane, mentre in condotta siamo relativamente calmi, in emergenza diventiamo inarrestabili", ha sottolineato Stefano Palomba, Commissario Straordinario dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana (IZSLT).
Al centro del dibattito anche un principio sempre più imprescindibile: la salute unica, quella che unisce uomo, animale e ambiente. La filiera agroalimentare, per sua natura, incarna in pieno il paradigma One Health.
"Svolgiamo questo compito ormai da decenni - ha aggiunto Nicola D'Alterio, Direttore Generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise (IZSAM). Un'organizzazione completamente diversa rispetto a quella degli altri paesi, che invece hanno scelto di avere dei laboratori centrali, dove confluiscono tutte le attività di controllo. Dall'inizio degli anni 2000, subito dopo la crisi della mucca pazza, l'Italia ha deciso di istituire un'anagrafe degli animali che deteniamo all'IZS di Teramo per conto del Ministero della Salute, che aggiorniamo continuamente: ed è questa la base di tutti i controlli che si svolgono nel Paese".