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Usa, primo trapianto al mondo simultaneo di volto e mani

di TMNews giovedì 4 febbraio 2021
2' di lettura

Roma, 4 feb. (askanews) - Joe DiMeo, 22 anni, è il primo uomo al mondo a essersi sottoposto con successo a un trapianto simultaneo di faccia e mani. Il ragazzo, originario del New Jersey, aveva ustioni di terzo grado su oltre l'80% del corpo dopo un grave incidente d'auto.

È rimasto mesi in ospedale, tra reparto ustionati e coma farmacologico indotto ora, dice, ha avuto una seconda possibilità, e ha ringraziato i medici del NYU Langone Health, che hanno effettuato la procedura pionieristica usando le mani e il tessuto facciale di un donatore morto accuratamente rimossi e sostituiti con protesi stampate in 3D. Un intervento complicato, durato circa 23 ore, lo scorso agosto, e che ha coinvolto un team di 96 operatori sanitari guidati dal prof. Eduardo Rodriguez. Prima di Joe altri due trapianti simultanei di faccia e mano erano falliti. Uno dei pazienti era morto per complicazioni legate all'infezione.

Il trapianto ha coinvolto entrambe le mani fino a metà avambraccio, comprese le ossa del radio e dell'ulna, 21 tendini. La faccia è stata trapiantata interamente, fronte compresa, entrambe le orecchie, il naso, le palpebre, le labbra e i segmenti sottostanti di cranio, guance, naso e mento.

Una procedura molto rischiosa ma che è stata un successo dicono i medici. "Le capacità motorie del paziente continuano a migliorare" spiega il dottor Rodriguez che rimane comunque cauto.

ups 1.05 "Non abbiamo certezze che non avrà un rigetto ma lo monitoriamo, gli diamo farmaci e seguiamo un rigido protocollo di immunosoppressione, dobbiamo essere molto attenti che Joe non abbia alcun trauma alle mani o al viso. Una qualche lesione traumatica potrebbe esporlo a un rigetto acuto. La possibilità esiste sempre".

Il ragazzo ha detto di sentirsi come rinato e ha paragonato l'apprendimento dell'uso delle sue nuove mani a quello di un bambino che afferra gli oggetti per la prima volta.

"Posso fare un sacco di cose, a volte apro una bottiglia d'acqua, è piuttosto difficile - dice - non so se sto stringendo abbastanza forte o no. Ma in ogni caso posso fare un sacco di cose".

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Tajani: Italia sostiene Egitto in tutti i modi per cessate fuoco Gaza

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Tajani al Cairo: attacchi Houthi problema grave, 7 mld danni a Egitto

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Ai funerali del papa occhi puntati su Trump, Zelensky e Von der Leyen

Roma, 24 apr. (askanews) - Sono più di 170 le delegazioni attese per i funerali di Papa Francesco, sabato 26 aprile (alle 20) sul sagrato della Basilica di San Pietro: in prima fila ovviamente capi di Stato e di governo, sovrani e leader spirituali. Amici e cosiddetti "nemici", come il presidente dell'Argentina Javier Milei, che in passato non ha risparmiato critiche, insulti compresi, verso Francesco. Ma gli occhi restano puntati su Donald Trump, che in partenza venerdì prevede una trasferta di meno di 24 ore, rendendo poco fattibile un incontro decisivo sull'Ucraina o sulla guerra dei dazi a margine delle esequie del Pontefice.

Come è noto, ci sarà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma dopo il no alle pressioni americane per accettare un piano considerato da Kiev piuttosto una dichiarazione di resa, tra i due non tira buona aria.

E ci sarà soprattutto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che la premier Giorgia Meloni vorrebbe vedere formalmente a colloquio con il presidente americano: anche qui, però, difficile che si intavoli qualcosa che assomigli a un vero vertice.

Ci saranno inoltre il presidente francese Emmanuel Macron e i reali di Spagna Felipe VI e Letizia. Per la Germania sia il presidente Frank-Walter Steinmeier che il cancelliere uscente Olaf Scholz e per la Gran Bretagna il principe William e il primo ministro Keir Starmer. Poi i capi di stato di Portogallo, Svizzera, i leader di diversi paesi balcanici, il presidente polacco Andrzej Duda. Ci sarà anche il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva.

E a Roma convergeranno delegazioni di tutte le confessioni religiose, dal grande Imam di Al Azhar, Ahmad al Tayyebb, che è stato un importante interlocutore del Papa nel mondo musulmano, a una delegazione della comunità ebraica e il rabbino capo di Roma Riccardo di Segni. Da Mosca per il patriarcato ortodosso arriva il metropolita Antonij.

I "grandi" assenti restano il presidente Vladimir Putin, che ha deciso di inviare la ministra della Cultura Olga Ljubimova e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che si è fatto notare nei giorni scorsi per non aver offerto le sue condoglianze al Papa.

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