Catalexit: a Barcellona il Parlamento dovrà decidere il futuro

sabato 14 ottobre 2017
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Barcellona (askanews) - Per la Catalogna e la Spagna sta per scoccare l'ora della verità. Nel pomeriggio, alle 18, si riunisce il Parlamento autonomo catalano e l'ordine del giorno, volutamente vago proprio per lasciare aperta la strada a soluzioni non traumatiche anche dell'ultimo momento, fa solo riferimento alla "situazione politica attuale". L'attesa per il discorso del presidente separatista Carles Puigdemont si fa dunque spasmodica nella penisola iberica. In altre parole, tutti si chiedono se Puigdemont e i suoi siano davvero pronti a giocarsi il tutto per tutto dichiarando, unilateralmente, l'indipendenza della Regione autonoma spagnola. Una mossa drammatica che senza compromessi in extremis innescherebbe, fatalmente, la reazione di Madrid, con la probabile e sempre più possibile dichiarazione dello stato di emergenza, e potrebbe anche spaccare la stessa comunità catalana. Nella serata di ieri il sindaco di Barcellona Ada Colau, espressione della coalizione di sinistra che guida la città, ha infatti preso apertamente posizione contro una dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna dalla Spagna. "I risultati del referendum del primo ottobre" ha spiegato "non possono servire come base per una proclamazione di indipendenza". Prima delle 18 può ancora succedere di tutto. Anche se Carles Puigdemont, sino alle ultime ore appariva estremamente deciso a proseguire sulla sua strada: "Noi abbiamo aperto la porta alla mediazione, abbiamo detto sì a tutte le possibilità di mediazione che ci sono state presentate. I giorni passano e se lo Stato spagnolo non rispondesse in modo positivo, noi faremo quello per cui siamo qui", ha dichiarato il presidente catalano.