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Trent'anni fa l'incidente delle Frecce Tricolori a Ramstein

venerdì 31 agosto 2018
2' di lettura

Ramstein, Germania (askanews) - Sette secondi. Tra la vita e la morte. In mezzo uno dei più gravi incidenti nella storia dell'aviazione militare italiana: trent'anni fa esatti, tre aerei delle Frecce tricolori, dopo una collisione in volo, precipitano durante un'esibizione sulla base aerea di Ramstein, in Germania, uccidendo 3 piloti e 67 persone a terra. È domenica 28 agosto 2018, a Ramstein è in corso un'importante manifestazione aerea. La folla attende l'esibizione delle Frecce che arrivano sul campo puntuali eseguendo il cardioide, la manovra che dà inizio allo show: i 10 Mb339 si separano in salita in due formazioni da 5 e 4 aerei mentre il solista segue una traiettoria diversa fino a incrociare le due formazioni di fronte al pubblico. Ma qualcosa va storto; il solista ten. col. Ivo Nutarelli esce dalla manovra prima del previsto e arriva troppo veloce e troppo vicino alle due formazioni. Prova a rallentare l'aereo, tira a sé la cloche ma non ce la fa. Il suo Pony 10 impatta contro l'aereo del capo formazione, ten. col. Mario Naldini e quello del gregario di sinistra, cap. Giorgio Alessio. Pony 1 e 2 precipitano sulla pista, esplodendo all'impatto. Pony 10, privo di controllo continua il suo volo imbizzarito, schiantandosi sul campo proprio davanti al pubblico. Sette secondi. E lo show diventa una tragedia. Muoiono i 3 piloti, muoiono 67 persone tra il pubblico (51 subito e 16 nei giorni successivi). I feriti sono un migliaio di cui più di 300 in condizioni serie. Gli altri 7 piloti volano in formazione nei pressi della base fino a quando non sono autorizzati ad atterrare su un altro aeroporto. La tragedia di Ramstein ha tracciato un solco nell'organizzazione delle manifestazione aeree. Il sacrificio degli ufficiali e degli spettatori, per quanto doloroso, è servito a rivedere le norme di sicurezza. Da allora, infatti, tutte le pattuglie aeree - e la Pan in particolare - hanno ridisegnato le traiettorie dei velivoli in modo da non poter più incrociare la linea del pubblico. Non sono mancate negli anni speculazioni e teorie complottiste, come quella che ricondurrebbe l'incidente alla tragedia di Ustica del 27 giugno 1980, con un presunto boicottaggio dell'aereo di Naldini, in volo su un F-104 proprio insieme a Nutarelli la notte dell'esplosione del Dc9 Itavia.

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Tajani: Regeni? Ad Al-Sisi augurio collaborazione giudiziaria proceda

Il Cairo, 24 apr. (askanews) - "Ho detto che ci auguriamo che la collaborazione giudiziaria possa procedere e si possa risolvere il problema con la soddisfazione di entrambi i Paesi, perché è giusto che ci sia la conclusione di un procedimento giudiziario in corso". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al termine dell'incontro con il presidente egiziano Al-Sisi, ha risposto a margine a chi gli chiedeva se nel corso del colloquio è stato affrontato il caso Regeni.

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Tajani: Italia sostiene Egitto in tutti i modi per cessate fuoco Gaza

Il Cairo, 24 apr. (askanews) - "L'Italia sosterrà in tutti i modi il tentativo di mediazione egiziana per arrivare a un cessate il fuoco prolungato tra Israele ed Hamas. Il lavoro dell'Egitto non è facile, ma ho messo a totale disposizione il nostro Paese perché si possa raggiungere la pace in questa tormentata area mediorientale. Anche per quanto riguarda la ricostruzione abbiamo rinnovato totale sostegno all'azione egiziana. Abbiamo detto che siamo pronti a fare tutto ciò che potrebbe essere utile per favorire la mediazione egiziana": lo ha affermato dal Cairo il ministro degli Esteri e vice-premier Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a margine, al termine dell'incontro con il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.

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Tajani al Cairo: attacchi Houthi problema grave, 7 mld danni a Egitto

Il Cairo, 24 apr. (askanews) - "C'è una comunità d'intenti per cercare di garantire la libertà di navigazione attraverso Suez e attraverso il Mar Rosso. È un problema quello degli attacchi degli Houthi grave per l'Egitto, perché ha avuto danni enormi, circa 7 miliardi di dollari. Noi abbiamo avuto danni per le nostre imprese esportatrici, più le spese che dobbiamo profondere per la presenza della nostra Marina militare che deve garantire la libertà di navigazione nel Mar Rosso": lo ha dichiarato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a margine al termine del colloquio con il presidente egiziano Al-Sisi al Cairo.

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Ai funerali del papa occhi puntati su Trump, Zelensky e Von der Leyen

Roma, 24 apr. (askanews) - Sono più di 170 le delegazioni attese per i funerali di Papa Francesco, sabato 26 aprile (alle 20) sul sagrato della Basilica di San Pietro: in prima fila ovviamente capi di Stato e di governo, sovrani e leader spirituali. Amici e cosiddetti "nemici", come il presidente dell'Argentina Javier Milei, che in passato non ha risparmiato critiche, insulti compresi, verso Francesco. Ma gli occhi restano puntati su Donald Trump, che in partenza venerdì prevede una trasferta di meno di 24 ore, rendendo poco fattibile un incontro decisivo sull'Ucraina o sulla guerra dei dazi a margine delle esequie del Pontefice.

Come è noto, ci sarà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma dopo il no alle pressioni americane per accettare un piano considerato da Kiev piuttosto una dichiarazione di resa, tra i due non tira buona aria.

E ci sarà soprattutto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che la premier Giorgia Meloni vorrebbe vedere formalmente a colloquio con il presidente americano: anche qui, però, difficile che si intavoli qualcosa che assomigli a un vero vertice.

Ci saranno inoltre il presidente francese Emmanuel Macron e i reali di Spagna Felipe VI e Letizia. Per la Germania sia il presidente Frank-Walter Steinmeier che il cancelliere uscente Olaf Scholz e per la Gran Bretagna il principe William e il primo ministro Keir Starmer. Poi i capi di stato di Portogallo, Svizzera, i leader di diversi paesi balcanici, il presidente polacco Andrzej Duda. Ci sarà anche il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva.

E a Roma convergeranno delegazioni di tutte le confessioni religiose, dal grande Imam di Al Azhar, Ahmad al Tayyebb, che è stato un importante interlocutore del Papa nel mondo musulmano, a una delegazione della comunità ebraica e il rabbino capo di Roma Riccardo di Segni. Da Mosca per il patriarcato ortodosso arriva il metropolita Antonij.

I "grandi" assenti restano il presidente Vladimir Putin, che ha deciso di inviare la ministra della Cultura Olga Ljubimova e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che si è fatto notare nei giorni scorsi per non aver offerto le sue condoglianze al Papa.

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