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Iran, parlano gli abitanti di Teheran, "è duro sopravvivere"

sabato 6 gennaio 2018
2' di lettura

Teheran, (askanews) - Le ondate di proteste in Iran hanno colpito poco finora le strade della capitale, ma anche i residenti di Teheran si lamentano; soprattutto delle condizioni economiche della loro vita. Arya Rahnami è un infermiere. "Lavoro, ma in questa società sono sempre sotto pressione di un possibile licenziamento" dice. "Sempre preoccupato per la sicurezza della mia famiglia. La gente ha soprattutto un problema di sicurezza e di denaro". Solo nella capitale sono state arrestate 450 persone dal 30 dicembre. Eppure Teheran è meno toccata di altre città dal movimento di protesta contro la crisi, contro un potere considerato sempre più corrotto, contro il controllo religioso sulle donne e sulla morale. Le cifre ufficiali parlano di 23 morti nel paese. Il presidente iraniano Hassan Rohani ha dichiarato il 31 dicembre che bisogna lasciare spazio alle critiche della società, ma ha anche avvertito che la violenza è inaccettabile. Rohani in un discorso trasmesso in tv ha attaccato il presidente americano Donald Trump e il suo supporto alle proteste. "L'uomo che oggi in America vuole sostenere il nostro popolo si dimentica che qualche mese fa ci ha chiamato un paese di terroristi" ha detto. Nelle strade di Teheran qualcuno dà ragione al presidente come la casalinga Shiva Daneshvar: "Io non sono a favore delle manifestazioni che distruggono la proprietà pubblica. Poi il governo come paga i danni? Se qualcuno rompe le finestre poi bisogna pagare." Per un'altra casalinga, Farzaneh Mirzaie, il problema sono i prezzi troppo alti in un paese che, dice, è ricchissimo di tutto: "Il nostro paese è come l'oro. Qualunque cosa, noi ce l'abbiamo. Ma non abbiamo nessun vantaggio dalle ricchezze della nazione". Quanto all'appoggio del presidente Trump, Arya Rahamani l'infermiere non si lascia conquistare: "Lui sta nel suo palazzo, e qui arrestano la gente. Che può farci Trump?" Le alte gerarchie iraniane accusano i manifestanti di essere guidati dall'estero. Certamente non è chiaro che impatto potranno avere le manifestazioni, tanto più in un movimento che non ha una chiara struttura di leadership. L'ultima ondata di proteste nel paese degli ayatollah fu nel 2009 dopo le accuse di brogli elettorali. Ma allora toccò soprattutto la capitale Teheran.

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Funerali Papa, comunione per migliaia di fedeli e i leader mondiali

Roma, 26 apr. (askanews) - La comunione in una Piazza San Pietro affollatissima per i funerali di Papa Francesco.

A concelebrare il rito funebre presieduto dal Decano del Collegio cardinalizio Giovanni Battista Re sono presenti 220 cardinali, 750 vescovi e circa 4.000 sacerdoti di tutto il mondo che hanno distribuito la comunione ai tanti fedeli presenti in piazza e tra i leader del mondo.

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Leader del mondo a funerali Papa: Mattarella in prima fila con Milei

Roma, 26 apr. (askanews) - Leader di tutto il mondo partecipano ai funerali di Papa Francesco in Piazza San Pietro. Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier è seduto vicino al capo dello Stato Sergio Mattarella, che partecipa con la figlia Laura. Pochi posti più in là, alla sinistra di Mattarella si vede il presidente argentino Javier Milei. Zelensky in giacca militare nera siede a soli 11 posti dal presidente americano Donald Trump; in mezzo a loro si vede Emmanuel Macron.

Sono 164 - compresa quella dell'Italia e quella dell'Argentina, paese d'origine di Papa Francesco - le delegazioni presenti alle esequie solenni del Pontefice. A guidarle ci sono 12 sovrani regnanti, 52 capi di Stato, 14 capi di governo. Inoltre, ci sono due principi ereditari - tra i quali il principe William - consorti di capi di Stato, ministri, presidenti dei parlamenti e capi delle principali istituzioni internazionali e multilaterali.

TMNews

Papa, card. Re: ha sempre implorato la pace e invitato a trattativa

Roma, 26 apr. (askanews) - Tanti applausi da parte dei fedeli raccolti in piazza San Pietro per i funerali di Papa Francesco quando il Decano del collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re, ha ricordato nella sua omelia il costante impegno del Pontefice per la pace.

"Di fronte all'infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all'onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra - diceva - è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole".

"La guerra - ha proseguito tra gli appalusi il porporato - lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta. 'Costruire ponti e non muri' - ha quindi concluso - è un'esortazione che egli ha più volte ripetuto e il servizio di fede come Successore dell'Apostolo Pietro è stato sempre congiunto al servizio dell'uomo in tutte le sue dimensioni".

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Cardinale Re: "Dal cielo chiediamo a te Francesco di pregare per noi"

Roma, 26 apr. (askanews) - "Chiediamo a te di pregare per noi. E ti chiediamo che dal cielo tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa basilica, in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l'intera umanità, con l'umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza": così al termine della sua omelia il Decano del collegio cardinalizio, card. Giovanni Battista Re, nel corso dei funerali di Papa Francesco sul sagrato di San Pietro.

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