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Nauru: l'isola desolata dei migranti respinti dall'Australia

sabato 15 settembre 2018
2' di lettura

Nauru (askanews) - Nauru, in Oceania, è l'isola più piccola del mondo. Qui, nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico, sorgono dei campi per rifugiati dove sono confinati i migranti che tentano di raggiungere l'Australia via mare. E' un luogo sperduto al quale raramente hanno accesso i giornalisti. L'Agence France Presse è riuscita ad entrare e a raccogliere le testimonianze di chi vive internato negli otto campi che ospitano un migliaio di persone, senza speranze né prospettive. Nel campo numero 5, il somalo Hrisi vuole raccontare la sua storia di dolore a volto scoperto. Non ha più paura, non ha più niente. Sua moglie non parla, il suo volto è inespressivo. "Ha tentato il suicidio, non ha mangiato per tre giorni. In ospedale nessun medico è venuto a visitarla, nessuno", ha raccontato "L'hanno ignorata totalmente. L'ultima notte hanno chiamato la polizia, che ci ha sbattuto fuori". "Mia moglie ormai ha una malattia mentale. Rappresenta un pericolo per se stessa. Da sette mesi supplico le autorità di prendersene cura. Ma queste persone non si preoccupano di cosa ci possa capitare. Pensano solo a cacciarci via", ha spiegato ancora Hrisi. La sua storia è simile a quella di tanti altri migranti portati a forza su quest'isola. Dal 2013, Canberra, che nega ogni maltrattamento, respinge tutte le navi illegali che si affacciano sull'Australia, molte delle quali provenienti dall'Afghanistan, dallo Sri Lanka e dal Medio Oriente. Chi riesce ad approdare in Australia, in qualche modo viene inviato nelle remote isole del Pacifico. Anche se la loro domanda di asilo è considerata legittima, non saranno mai accolti sul suolo australiano. Canberra sostiene che la sua politica, dissuadendo i migranti dall'avventurarsi in un viaggio pericoloso, aiuta a salvare delle vite. Gli sbarchi, che erano quasi giornalieri, sono ora estremamente rari.

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