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Arto Lindsay: la cultura genera confusione che porta a nuove idee

sabato 21 dicembre 2019
2' di lettura

Milano, 17 dic. (askanews) - Arto Lindsay è uno dei protagonisti della scena musicale contemporanea, con i suoi suoni che attraversano culture e tradizioni diverse e una profonda attitudine performativa. Così non è strano incontrarlo in Pirelli HangarBicocca, dove ha presentato il progetto "We are close to the window", in relazione alla nostra di Daniel Steegmann Mangrané, attualmente in corso nello spazio milanese. Lo abbiamo incontrato e abbiamo parlato con lui di cosa rappresenti oggi l'arte. "Credo - ci ha risposto - possa essere interessante pensare che la funzione dell'arte sta cambiando. Nel XX Secolo l'arte riguardava gli individui che rompevano dei vincoli, superavano le vecchie convenzioni. Ora però sembra che tutto sia più autoriferito e che l'arte sia diventata un fenomeno social, che riguarda persone che realizzano cose insieme, che lavorano in gruppo. Credo che le cose stiano cambiando nel mondo dell'arte". Un cambiamento nel quale l'elemento sonoro gioca un ruolo sempre più rilevante, anche per il fatto che spesso la musica ha la capacità di sottolineare la dimensione dell'esserci, quel concetto filosofico che i grandi tedeschi hanno definito il "dasein". "La musica - ha osservato Lindsay - ha una duplice funzione: incoraggia il dasein, ma anche il sognare e viaggiare con la mente, come molti hanno raccontato. Io penso che una delle cose migliori della musica è che ti fa sentire di più nel tuo corpo, ma può anche portarti fuori di te". E fuori di noi c'è il grande mondo, che il musicista americano, che ha lungo ha vissuto in Brasile, porta nel proprio lavoro sotto forma di influenze sonore, spesso mutuate dalle culture tropicali. E, anche qui, è quasi inevitabile citare i Tristi Tropici dell'antropologo francese Claude Lévi-Strauss. "Lévi-Strauss - ci ha fatto notare Arto - aveva un'idea europea dei Tropici e tralasciava di notare che i Tropici sono tristi perché sono stati devastati dall'Occidente, ha dimenticato di sottolineare questo aspetto". Tra un ragionamento filosofico e l'altro, poi, si finisce comunque con il parlare del pianeta e del cambiamento climatico e di cosa la cultura può fare per aiutarci a pensare dei modi per non scivolare direttamente nel baratro. "La cultura - ha concluso Arto Lindsay - può aiutarci a cambiare l'atteggiamento delle persone verso il pianeta. Forse non in modo didattico; la cultura può avere un funzione diversa rispetto all'attivismo, ma io penso che si possa ridurre la cultura ad attivismo perché abbiamo bisogno di generare un po' di confusione per poter arrivare a delle nuove idee".

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Cardinale Re: "Dal cielo chiediamo a te Francesco di pregare per noi"

Roma, 26 apr. (askanews) - "Chiediamo a te di pregare per noi. E ti chiediamo che dal cielo tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa basilica, in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l'intera umanità, con l'umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza": così al termine della sua omelia il Decano del collegio cardinalizio, card. Giovanni Battista Re, nel corso dei funerali di Papa Francesco sul sagrato di San Pietro.

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Papa, il card. Re parla del suo aiuto ai migranti: applausi in piazza

Roma, 26 apr. (askanews) -La lunga omelia del Decano del collegio cardinalizio, card. Giovanni Battista Re è stata interrotta in più punti da applausi della folla riunita sul sagrato della Basilica di San Pietro per i funerali del Pontefice. Applausi che sono tati particolarmente intensi quando il porporato, tratteggiandone la figura, ha ricordato la sua predilezione per i migranti e la loro sorte.

"Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi - ha detto Re - costante è stata anche l'insistenza nell'operare a favore dei poveri. È

significativo - ha quindi aggiunto - che il primo viaggio di Papa Francesco sia stato quello a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell'emigrazione con migliaia di persone annegate in mare. Nella stessa linea è stato anche il viaggio a Lesbo, insieme con il Patriarca Ecumenico e con l'Arcivescovo di Atene, come pure la celebrazione di una Messa al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, in occasione del suo viaggio in Messico".

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Funerali Papa, card. Re: ha realmente condiviso le nostre sofferenze

Roma, 26 apr. (askanews) - "Aveva grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa" ha detto il Decano del Collegio cardinalizio, card. Giovanni Battista Re, nella sua omelia per i funerali di Papa Francesco a San Pietro.

"Ricco di calore umano e profondamente sensibile ai drammi odierni, Papa Francesco ha realmente condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro tempo della globalizzazione, e si è donato nel confortare e incoraggiare con un messaggio capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato. Il suo carisma dell'accoglienza e dell'ascolto, unito ad un modo di comportarsi proprio della sensibilità del giorno d'oggi, ha toccato i cuori, cercando di risvegliare le energie morali e spirituali" ha aggiunto.

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Trump vicino re Felipe e Macron, chi siede dove in Piazza San Pietro

Roma, 26 apr. (askanews) - Sul sagrato di San Pietro per i funerali di papa Francesco il presidente degli Stati Uniti Donald Trump siede in prima fila con la moglie Melania; vicino ci sono il re Felipe VI di Spagna e la regina Letizia. Poco più a sinistra, sempre in prima fila, si vede il presidente francese Emmanuel Macron con la moglie Brigitte. Sempre in prima fila ma dalla parte opposta siede Zelensky con la consorte Olena. L'ordine dei posti segue l'alfabeto francese.

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