Yangon, 5 mar. (askanews) - Una produzione de "I Monologhi della Vagina", celebre opera teatrale della femminista Eve Ensler, va in scena per la prima volta in Myanmar questa settimana, con due rappresentazioni in lingua locale. Il sesso è ancora un tabù nel paese del Sudest asiatico. Secondo la co-regista Nandar, lo spettacolo è un importante passo in avanti per le donne birmane: "Quest'opera è molto importante per le donne del Myanmar perché è molto potente, con donne che raccontano storie su loro stesse". "Sebbene non siamo ancora al punto in cui il femminismo è accettato in modo positivo in Myanmar, la gente è pronta a parlarne. La gente è pronta per le domande. Questo è per noi un progresso". Solo il pronunciare la parola dell'organo sessuale femminile crea risate durante le prove. Sotto un gazebo di bambù come palscoscenico, le donne ascoltano con molta attenzione le altre donne che raccontano di peli, stupri e mestruazioni, tutti argomenti intoccabili. Fino ad oggi: "Speriamo di lanciare una tendenza - spiega l'attrice Khin Nilar, 24 anni - La gente si accorgerà che va bene parlare di questi argomenti. Vorrei che la gente capisse che non c'è alcun problema a parlare di queste cose. È ciò che mi ha spinto a partecipare". L'opera debuttò nel 1996 a New York e da allora i monologhi sono stati rappresentati in tutto il mondo. E ora arrivano anche nel paese che ha ritrovato la democrazia proprio grazie a una donna, Aung San Suu Kyi, la cui reputazione internazionale è stata in parte adombrata dalla grave crisi della minoranza Rohingya. La leader della Lega democratica rimane comunque un'eccezione in un paese dove le posizioni di potere, in politica, come sul lavoro o a casa, sono quasi totalmente in mano agli uomini.
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