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Albania, si parte: il primo rimpatrio

Espulso il primo straniero dal centro in Albania, si tratta di un bengalese condannato per violenza. Piantedosi: avanti nel contrasto agli irregolari
di Alessandro Gonzato domenica 20 aprile 2025

3' di lettura

Sss, silenzio, non ditelo alla sinistra, o almeno abbiate un certo tatto: i centri-migranti in Albania iniziano a funzionare. Ieri è stato disposto il primo rimpatrio. Fondamentale, in attesa della decisione della Corte di Giustizia europea sui “Paesi sicuri” – la Commissione Ue invece ha già dato il suo parere, e ci torniamo – è stata la trasformazione delle strutture in Cpr, ossia in centri di permanenza e rimpatrio destinati agli irregolari su cui pende un decreto di espulsione. La notizia del rimpatrio è stata diffusa su X dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Primo rimpatrio di un cittadino trattenuto nel centro di Gjader. Le operazioni a carico dei migranti irregolari proseguiranno anche nei prossimi giorni come previsto dalla strategia di governo per un’azione più efficace di contrasto all’immigrazione irregolare».

IL PROFILO
Il rimpatriato è un bengalese di 42 anni, in Italia dal 2009, espulso per pericolosità sociale: a carico ha diversi precedenti tra cui uno particolarmente grave per violenza domestica. Il provvedimento di espulsione è stato emesso dal prefetto di Palermo lo scorso 25 marzo. Successivamente, prima di essere portato in Albania, era stato messo nel Cpr di Pian del Lago, in provincia di Caltanissetta.

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L’immigrato aveva un permesso di soggiorno per lavoro subordinato, poi revocato a causa della pericolosità sociale. Il 29 luglio del 2023 era finito agli arresti domiciliari con l’ulteriore misura del braccialetto elettronico. Il bengalese ha anche precedenti per evasione, lesioni personali aggravate e danneggiamento. Per il reato di violenza domestica è stato condannato a due anni e dieci giorni di carcere.

Dicevamo della Commissione Ue che mercoledì, tramite una proposta di regolamento, ha chiesto di inserire nella lista dei “Paesi sicuri” Bangladesh ed Egitto, oltre a Marocco, Tunisia e Albania e altre nazioni. Dal Bangladesh e dall’Egitto provenivano tutti gli irregolari portati a Gjader dalla Marina Militare nel primo viaggio, il 14 ottobre: i giudici della sezione Immigrazione del tribunale di Roma non avevano convalidato i trattenimenti e avevano disposto l’immediato rientro in Italia degli stranieri.

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Quelli portati questa volta in Albania, quaranta, l’11 aprile – partiti dal porto di Brindisi – sono stati trasferiti in manette, non tutti, ma la maggioranza. La sinistra, Pd, Fratoianni e Bonelli in testa più cinquestelle vari avevano gridato allo scandalo (e sai la novità). Il dettaglio, diciamo così, è che dieci su quaranta hanno precedenti penali per reati contro la persona, spiccano violenza sessuale e reati legati alla pedofilia minorile; figurano poi ladri e stalker; tra gli irregolari svetta una persona accusata di tentato omicidio. Tutti erano entrati clandestinamente in Italia e avevano fornito false generalità.

POVERE VITTIME
Le dem Cecilia Strada e Rachele Scarpa avevano parlato di «presunta pericolosità sociale» dei migranti, – pre-sun-ta – e vien da chiedersi cos’altro avrebbero dovuto combinare perché il pericolo fosse reale. La prossima volta forse altri simili gentiluomini verranno imbarcati in prima classe su una nave da crociera con belle donne e champagne. Torniamo al cambio d’uso delle strutture albanesi (il decreto è stato firmato il 28 marzo), originariamente destinati alla valutazione delle domande d’asilo per i migranti maschi, maggiorenni e in buona salute provenienti dai “Paesi sicuri” con procedure accelerate per il rimpatrio. Piantedosi l’aveva annunciato: «Con la trasformazione delle strutture in Cpr», l’altra è a Shengjin, «cacceremo dall’Italia chi la rende insicura». E l’obiettivo è anche quello di aumentare i rimpatri, comunque già cresciuti del 35% rispetto allo stesso periodo del 2024. Alla sinistra non ne va bene una: comunque Buona Pasqua.

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