Che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi difendesse i provvedimenti del governo in materia di sicurezza e ne sottolineasse l’importanza era per molti versi scontato. E dunque non hanno sorpreso nessuno le parole (a mio avviso totalmente condivisibili) del titolare del Viminale a sostegno del decreto legge varato la scorsa settimana. In quel vagone sono entrate diverse norme assai significative: in materia di contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata, a favore del personale del comparto sicurezza, e soprattutto maggiori garanzie sul tema scottante della tutela legale degli agenti. Ecco: questo è un punto che merita un’attenzione speciale.
Si fa presto – nei talk show o nei notiziari – a liquidare come “atto dovuto” l’apertura di un’indagine a carico di un poliziotto o di un carabiniere. Con quella formuletta anodina si punta a “neutralizzare” tutto, a dare l’idea di un procedimento scontato e indolore. È vero esattamente il contrario: per aver fatto il proprio dovere, un agente è costretto ad anticipare diverse migliaia di euro per la propria difesa, è esposto a un vero massacro mediatico, è bloccato temporaneamente nei suoi potenziali avanzamenti di carriera. Per non dire dell’ansia, della paura, dei contraccolpi personali e familiari. Bene dunque che si cerchi di porre almeno parzialmente rimedio a questa anomalia.

Italia-Albania, l'avvocato della Corte di Giustizia Ue smonta le toghe
Dalla Corte di giustizia Ue un colpo durissimo alla discrezionalità delle toghe italiane sul tema immigrazione. S...Ma ieri, in occasione della Festa della Polizia, ci sono state altre due dichiarazioni decisamente meno prevedibili – e dunque particolarmente benvenute – da parte del capo della Polizia Vittorio Pisani e dello stesso ministro Piantedosi. Pisani ha esplicitamente descritto il «crescente fenomeno della criminalità straniera, soprattutto in determinate aree metropolitane», e Piantedosi ha qualificato l’immigrazione illegale come «fattore di instabilità».
Finalmente, vorrei dire. Con rare eccezioni politiche (Giorgia Meloni e Matteo Salvini), in Italia si era affermato da anni un racconto edulcorato e falsificante, volto a negare-attutire-attenuare il problema dell’immigrazione clandestina («non è un’invasione»), a escludere il legame (che invece è di spettacolare evidenza) tra immigrati illegali e commissione di reati, a derubricare tutto a “percezione”, se non addirittura a rovesciare sui cittadini una sorta di colpevolizzazione (trattandoli da xenofobi e da razzisti).
Ora, proprio i dati degli ultimi mesi ci dicono il contrario, con circa l’8% di stranieri residenti in Italia coinvolti più o meno nel 34% dei reati (con punte particolarmente odiose: circa un furto o una rapina su due, e oltre il 40% delle violenze sessuali).
Non si tratta – come si vede – di piegare le cifre a una narrazione, di “torturarle” per estrarre ciò che è funzionale a un racconto cattivista. Semmai, per anni, si è fatto l’inverso: ci si è bendati pur di non leggere quelle cifre eloquenti, nel tentativo di gettare fumo negli occhi degli italiani. E chi ha osato rompere gli schemi e squarciare il velo dell’ipocrisia, come Matteo Salvini, si è incredibilmente ritrovato sotto processo: anche per volontà di gruppi politici che amano definirsi garantisti (per se stessi e i loro amici, questo è ormai chiaro). Dunque, è estremamente importante che ieri il dottor Pisani e il ministro Piantedosi si siano pronunciati in modo esplicito ed inequivocabile. Hanno detto la verità, han no messo nero su bianco ciò che gli italiani vivono quotidianamente, e – ciò che più conta – hanno ribadito l’impegno del governo su una materia letteralmente decisiva. Diciamolo chiaramen te: su questo tema – purtroppo – la sinistra dice spesso cose totalmente sbagliate, mentre a destra si parla in modo ragionevole. Ma in questa legislatura l’obiettivo del governo deve essere quello di trasmettere ai cittadini la convinzione di un vero cambio di passo, di un’autentica svolta, ben al di là delle dichiarazioni. Non è facile, questo è chiaro. La domanda di sicurezza che proviene da noi persone comuni (24 ore su 24, 365 giorni all’anno) non potrà mai essere integralmente soddisfatta. Ma ieri sono state dette parole di verità. E si tratta della premessa migliore.