Cerca
Cerca
+

Danilo Toninelli, immigrazioni e sbarchi: cosa diceva nel video del 2019, che figuraccia...

Alessandro Gonzato
  • a
  • a
  • a

Immaginate Danilo Toninelli zainetto in spalla mentre si dà la spinta sul monopattino e ripensa nostalgico ai tempi andati: «In solo sette mesi di governo del cambiamento»- la mente va alla leggendaria ospitata ad Agorà, su Rai3- «abbiamo raggiunto il 90% in meno di sbarchi in Italia. Se non c’era il sottoscritto la Lega non faceva niente. Io e Matteo Salvini agivamo contemporaneamente... Io sono il responsabile della sicurezza delle navi fino all’attracco. Lui è il responsabile dopo, dello sbarco per ordine pubblico». Aveva detto così. Era gennaio 2019. «Se queste due politiche non si integravano», aveva ripetuto, «non c’era il 90%».

Continuate a immaginare Toninelli che sfreccia sul monopattino in cerca del mitologico tunnel del Brennero e ai suoi riccioli che volano a dicembre 2020, alla testimonianza durante il processo Open Arms, quello da cui Salvini è stato appena prosciolto: un paio d’ore di continui «non ricordo», «è passato tanto tempo», «se ho firmato...ma non ricordo il contesto». Ricordava molto poco l’ex ministro grillino, eppure non erano soprattutto suoi i meriti per quel 90% in meno? Ritroviamo un titolo di Repubblica, non di Libero: “Il ministro Toninelli e le due ore di smemoratezza. L’imbarazzante testimonianza...”. Ieri il prode si è esibito a Radio Cusano: «Sono felice dell’assoluzione per il Salvini uomo, anche se non nutro nessuna vicinanza e rispetto politico per la persona». Uomo e persona non sono la stessa cosa? Vabbè. Toninelli ha sentenziato: «Non credo comunque che l’assoluzione gli faccia piacere.

 



Ora dovrà dismettere il ruolo di vittima della magistratura che gli portava consenso. In caso di condanna» - chi non è felice di 6 anni di galera? - «avrebbe potuto continuare a puntare il dito contro i giudici che a suo dire non gli permettevano di proteggere i confini e gli italiani. Ora dovrà cambiare strategia». Il Toninelli in purezza arriva adesso: «Le imbarcazioni che lui ha bloccato sono meno dell’uno per cento di tutte le barche arrivate quand’era ministro. Creava una suggestione sulla nave Ong di turno, sulle persone brutte e cattive che stavano arrivando». Ma come: e il 90% di sbarchi in meno, le politiche M5S-Lega che si integravano, il Toninelli responsabile delle barche fino all’attracco? Toninelli è particolarmente ispirato: «Salvini di nuovo ministro dell’Interno? Gli permetterebbe di continuare la sua comunicazione propagandistica contro i migranti, cosa nella quale è molto bravo, l’unica che sa fare... E ve lo dico con cognizione di causa».

Avete capito? Ora il nostro rimembra tutto. Forse è merito del tonno. Ricordate? È di un anno fa lo struggente video in cui l’ex ministro – un milione di euro in nove anni di parlamento – diceva che non poteva più permettersi il tonno in barattolo: «Io prima mangiavo il salmone, (...) sapete noi fissati con la palestra... o mangiavo la bresaola. Cancellato tutto: un po’ perché non voglio più mangiare carne né pesce, un po’ perché non è più fattibile. Io non riesco più a prendere neanche il tonno. Avete presente una scatoletta di tonno? Io prima prendevo quello in vetro... ma porca puttana costava due euro e cinquanta! Adesso sono sette! Ragazzi, è una roba devastante». Sbertucciato anche dalle sardine dell’Adriatico prima aveva negato lo sfogo, il suo, non delle sardine. Poi il Toninelli con una “n” ha fatto dietrofront: il tonno poteva ancora permetterselo. Toninelli è di Soresina, paesino lombardo che dà il nome al burro. L’ex ministro voleva renderlo famoso anche per le pinne gialle. La pubblicità pare che fosse già pronta (ma non ci sono conferme): “È nel mare di Cremona che vivono i tonni migliori, quelli della pregiata qualità 5Stelle...”.

Dai blog