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Siria, solo in Italia i progressisti criticano chi chiude le frontiere ai profughi

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Fino all’altroieri ci hanno dipinto Al-Jolani come una specie di Santo in vita, un benefattore che ci ha liberato da Assad e forse solo un omonimo dell’antico guerrigliero jihadista dei tempi belli (per loro). Ma la sinistra italiana non perde mai tempo per farsi riconoscere e comincia intanto a scatenare le proprie penne migliori per convocare i profughi siriani tutti qui mentre l’Europa – in molti paesi – avvia le pratiche per il rimpatrio di quelli che erano arrivati dal tempo di Assad. Compreso il blocco delle nuove domande di asilo: se il dittatore non c’è più a che serve la manica larga? Se ora c’è una specie di democratico sconosciuto ai più non serve tenere spalancate le frontiere.

Eh no, dicono intellettuali, progressisti, columnist di varia natura. Ad esempio, su La Stampa abbiamo dovuto sorbirci il brusco richiamo di Francesca Sforza, che ha messo sotto accusa il cinismo dell’Europa. Insomma, non si fa, ripensateci, dobbiamo tenerci quelli che abbiamo e accogliere quelli che arriveranno. La pazza gioia. Lo stop in tutta Europa ma non in Italia, pare di capire, qualcuno se ne dovrà far carico è la sollecitazione abbastanza fastidiosa (...)

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