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Albania, nave Libra in porto: chi sono i migranti a bordo. Meloni: "Ue preoccupata per le sentenze"

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Otto migranti che erano a bordo della nave militare italiana Libra sono sbarcati nel porto albanese di Shengjin, circondati da una numerosa scorta di agenti italiani. Le persone sbarcate, che secondo i media albanesi sono 6 egiziani e 2 bengalesi, saranno ora sottoposte a controlli medici nello stesso porto, prima di essere trasferite in due centri di detenzione. Uno di loro però stasera rientrerà in Italia perché rientrerebbe nella categoria dei "vulnerabili" per motivi di salute. La nave, la seconda ad arrivare in questo porto con i migranti soccorsi nel Mediterraneo nell’ambito di un accordo tra Italia e Albania, ha attraccato nel piccolo porto albanese intorno alle 6:45. Le strutture di Shengjin e di Gjader, gestite e controllate dalle stesse autorità italiane, sono il frutto di un accordo tra Roma e Tirana che affida al territorio albanese la gestione delle domande di asilo e l’eventuale rimpatrio delle persone soccorse in mare che cercavano di raggiungere l’Italia. Le forze di sicurezza albanesi si limitano a monitorare il perimetro esterno dei centri e a garantire la sicurezza durante i trasferimenti effettuati dagli agenti italiani.

L’accordo bilaterale, della durata di cinque anni, consente il trasferimento in Albania dei migranti irregolari che i militari italiani intercettano nel Mediterraneo. E sul patto tra il nostro Paese e Tirana è intervenuta la premier: "Ieri il protocollo con l’Albania e l’immigrazione in generale – dice Meloni alla stampa – non erano al centro del dibattito del Consiglio europeo. Se ne è parlato nella commissione sulla Migrazione della quale io facevo parte. Continua a esserci uno straordinario interesse da parte dei nostri colleghi, un’attenzione che considero assolutamente positiva. C’era un po’ di curiosità anche sul dibattito che riguarda il tema dei Paesi sicuri, perché poi, chiaramente, quello che accade in Italia coinvolge anche gli altri". E ancora: "C’era un po’ di preoccupazione su questo tema, poiché secondo alcuni i governi non sono nella condizione di poter definire cosa sia uno Stato sicuro, un Paese sicuro. Leggendo alcune sentenze, si rischia di trovarsi di fronte a una realtà nella quale non esistono Paesi sicuri”, dice ancora Meloni.

“Come ho detto tante volte e come tutti capiscono, di fatto compromette ogni possibilità di governare l’immigrazione. E di fermare l’immigrazione illegale di massa. Questa è una parte del dibattito sulla quale trovo molta solidarietà". Infine sul protocollo è intervenuto anche il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi riferendosi alle recenti ordinanze dei giudici che hanno bollato l'Egitto come Paese insicuro: "L’Egitto è un Paese sicuro perché è stato previsto dal legislatore, con quel decreto legge che il governo ha approvato qualche settimana, ed è fra i Paesi considerati ad oggi sicuri secondo quei parametri che stanno dietro a quel tipo di valutazione". 

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