Migranti, Meloni avanti tutta: nave Libra in Albania, ricomincia il braccio di ferro coi giudici
L'operazione Albania riprende a pieno regime, nonostante l'opposizione ormai manifesta di parte delle toghe. Da lunedì, come riferisce il Corriere della Sera, la nave Libra della Marina militare italiana tornerà a Lampedusa, a 20 miglia dalla costa, "per presidiare le acque e accogliere i profughi soccorsi nel Mediterraneo".
I migranti verranno sottoposti a un rapido "screening" con l'obiettivo di individuare che avrà il diritto di restare in Italia e chi invece verrà trasportato nel porto di Shengjin, la località marittima albanese da cui poi si procederà all'ulteriore trasferimento nei Cpr di Gjader, dove è stato costruito l'hub extra-europeo in accordo con il governo di Tirana del socialista Edi Rama.
Dopo la sentenza della giudice Silvia Albano del Tribunale di Roma, che poco meno di tre settimane fa ha giudicato illegittimo il trasferimento dei primi 16 migranti sull'altra sponda dell'Adriatico, è arrivato il CdM d'urgenza del governo convocato dalla premier Giorgia Meloni e la messa a punto di un nuovo decreto legge Paesi sicuri, per rendere più vincolante la lista, appunto, dei paesi d'origine in cui si possono rimpatriare i migranti non aventi diritto di asilo. A complicare il quadro, il ricorsol del giudice Gattuso del Tribunale di Bologna alla Corte di Giustizia Ue.
Tecnicamente, una richiesta per capire se il decreto è in contrasto con le norme europee, ma la sensazione è che anziché semplificare il tutto possa rappresentare un nuovo inghippo burocratico, per la gioia delle opposizioni che da mesi gridano al modello albanese come una novella "Guantanamo", sebbene molte istituzioni democratiche europee (il governo inglese, quello francese, quello danese, fino alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen) abbiano ammesso di guardare con estrema attenzione alla soluzione proposta da Palazzo Chigi.
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Sulla Libra, da lunedì verranno indirizzati in Albania i migranti uomini, maggiorenni, soli, giudicati "non vulnerabili" e provenienti dalla lista dei Paesi sicuri fissata dall'ultimo decreto. Si attendono, in ogni caso, nuove polemiche così come sono possibili nuove iniziative della magistratura nel nome dei criteri fissati dalla Corte Ue per stabilire quanto un Paese sia sicuro o meno.