Report, tutte le balle sul naufragio: piove una clamorosa smentita
Un naufragio a circa 150 miglia dalle coste italiane, dove 65 persone, partite da Bodrum su una barca a vela, perdono la vita. I superstiti, 11, salvati da un’imbarcazione da diporto francese e trasportati a Roccella Jonica, dove vengono accolti e assistiti dal personale di Frontex, Guardia Costiera, Croce Rossa italiana e Ong, per poi essere trasferiti in tre ospedali diversi. Trentacinque cadaveri in mare recuperati dalla Guardia Costiera e trasportati in tre porti diversi, Roccella Ionica, Gioia Tauro e Crotone.
Quest’ennesima tragedia del mare, avvenuta tra il 16 e il 17 giugno scorsi, parla di un traffico di esseri umani finito nel modo più drammatico ed è stata tra i servizi dell’esordio stagionale di Report. Con una tesi: sarebbe una sorta di seconda Cutro nascosta. Perchè? La ricostruzione del programma è la seguente: la Guardia Costiera italiana sarebbe stata avvisata da Alarm Phone del naufragio e non sarebbe intervenuta. Alarm Phone, a sua volta, sarebbe stato allertato da un giornalista curdo contattato da alcuni parenti dei migranti che stavano sulla barca.
Dunque, secondo la ricostruzione del programma condotto da Sigfrido Ranucci, la Guardia Costiera non avrebbe considerato la segnalazione di Alarm Phone, il Ministero dell’Interno avrebbe fatto scendere una coltre di silenzio sulla tragedia, per evitare contraccolpi pubblici dopo la tragedia di Cutro, ancora ben impressa nella mente degli italiani.
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TRASFERIMENTI
Peraltro, secondo il servizio sarebbe stata funzionale a sfumare la portata della tragedia anche la dislocazione dei sopravvisuti, collocati in ospedali diversi. Una bimba, inoltre, una volta curata sarebbe stata trasferita in una struttura Sai a 250 km da Roccella Jonica. A corollario di tutto, la nomina ad assessore regionale nella Giunta Occhiuto della Vice Prefetto che aveva gestito la vicenda. Il contenuto di questo servizio ha sollevato, nel giorno dopo, l’indignazione della sinistra. La Vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle Vittoria Baldino ha chiesto al governo di riferire su quanto accaduto: «Pare sia stato messo in piedi un sistema finalizzato all’occultamento dei fatti e della verità, una strategia tesa all’invisibilizzazione dei fatti». Mentre Nicola Fratoianni di Avs ha tuonato sul la «strage nascosta evidente mente per non far sapere errori, sottovalutazioni o scelte disumane».
I DATI
Ma davvero è andata così? Davvero la tragedia è stata resa invisibile? Davvero la Guardia Costiera italiana avrebbe ignorato la segnalazione? No, non è vero. Lo si ricava dalle risposte che la stessa Guardia Costiera e il Viminale hanno fornito alla trasmissione, pubblicate sul sito. Ecco alcuni dati, fondamentali. Alarm Phone aveva inviato la segnalazione sulla base di una posizione (quella fornita dal giornalista curdo) di tre giorni prima. La Guardia Costiera si era mossa eccome, inviando un’unità mercantile sul punto segnalato, ma senza avere riscontri.
C’era poi stata una richiesta alle compagnie telefoniche affinché localizzassero l’utenza telefonica fornita nella segnalazione, ottenendo però esito negativo. Veniva poi verificato che il tratto di mare oggetto della segnalazione fosse stato sorvolato, nei tre giorni precedenti alla segnalazione, da aerei Frontex, ma anche in questo caso senza avvistamenti. Dunque, da lì veniva emanato un messaggio alle navi in transito affinché prestassero attenzione massima in quel tratto di mare.
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Poi c’è tutta l’altra parte della ricostruzione. I migranti dislocati in più ospedali, la bimba spostata lontano da Roccella dopo essere stata curata. L’invio delle salme in porti diversi. Prove della “invisibilizzazione”, per dirla nell’eloquio grillino? No, purtroppo necessità. L’assistenza dei feriti in diversi ospedali è dipesa dalla reperibilità di posti letto liberi.
La bambina trasferita nel Sai a 250 km da Roccella Jonica è una circostanza dipesa dal fatto che lì c’erano due familiari sopravvissuti. E i cadaveri trasportati in tre posti diversi, con i recuperi avvenuti di notte? L’orario notturno è dovuto alla distanza (parliamo di un’area praticamente a metà tra la costa italiana e quella greca). La dislocazione, invece, alla necessità di trovare posti liberi negli obitori. Un castello di speculazioni, quindi, quello andato in onda domenica sera.