Migranti in Albania, la Germania tentata dal modello Meloni: "Lo stiamo studiando"
Se le toghe italiane stanno cercando di silurare il trasferimento di migranti sull'altra sponda dell'Adriatico, costringendo il governo di Giorgia Meloni a mettere a punto un nuovo decreto legge ad hoc, oltreconfine il "modello Albania" piace ancora, eccome.
Anche la Germania, infatti, dopo posizioni simili già espresse nei giorni scorsi dai governi di Francia, Danimarca e Paesi Bassi, ha confermato l'interesse per la "esternalizzione" delle procedure d'asilo in Paesi terzi. "Il Governo federale prende atto degli sviluppi nell'attuazione delle procedure di asilo italiane in Albania sulla base dell'accordo raggiunto tra i due Paesi", ha spiegato all'agenzia LaPresse un portavoce del ministero degli Interni tedesco. "In attuazione delle risoluzioni degli incontri tra il Cancelliere federale e i capi di governo dei Länder del 6 novembre 2023 e del 20 giugno 2024, il Governo federale sta esaminando se lo status di protezione dei rifugiati possa essere determinato in futuro anche in Paesi di transito o in Paesi terzi, nel rispetto della Convenzione di Ginevra sui rifugiati e della Convenzione europea dei diritti dell'uomo". "Questo esame - ha aggiunto il portavoce - non è ancora concluso e non si limita a un solo modello ipotizzabile", "anche i risultati derivanti dall'attuazione dell'accordo tra Italia e Albania saranno inclusi nell'esame".
Il nodo del contendere, in Italia come in Germania, è lo status dei cosiddetti 'Paesi sicuri' per i respingimenti dei migranti. Questi vengono identificati, in base a quanto previsto dalla legge costituzionale, in quegli Stati in cui "non vi si verifichino né persecuzioni politiche, né pene o trattamenti inumani o degradanti", prosegue il portavoce del ministero degli Interni tedesco.
"Per le procedure di asilo che si svolgono in Germania vale quanto segue: ai sensi dell'art. 16a comma 3 della Legge fondamentale, possono essere designati con legge, che richiede l'approvazione del Bundesrat, Stati in cui sembra essere garantito, sulla base della situazione giuridica, dell'applicazione della legge e delle condizioni politiche generali, che non vi si verifichino né persecuzioni politiche, né pene o trattamenti inumani o degradanti", ha spiegato il portavoce, aggiungendo che "si presume che uno straniero proveniente da tale Paese non sia perseguitato finché non presenta fatti che giustifichino l'ipotesi di una persecuzione politica contraria a tale presunzione".
Al momento, "sono paesi d'origine sicuri, ai sensi dell'articolo 29a comma 2 della legge sull'asilo, gli Stati membri dell'Unione europea e i seguenti Stati: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Ghana, Kosovo, Repubblica di Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Senegal e Serbia", ha affermato ancora il portavoce del ministero degli Interni tedesco.