Migranti in Albania, Meloni pronta a tutto. Indiscrezione-bomba: "Un'altra nave"
Lo avevano detto in molti: sui migranti in Albania il governo non mollerà di un centimetro, a prescindere della sentenza del Tribunale di Roma, firmata dal giudice Silvia Albano, che ha dichiarato illegittimo il trasferimento dei 12 irregolari sull'altra sponda dell'Adriatico.
Secondo Repubblica, la prossima settimana si riaprirà lo scontro tra politica e magistratura: si parla di un nuovo "guanto di sfida", con l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni che si prepara "a nuovi trasferimenti". Il personale del Cara di Bari "è stato già pre-allertato per mercoledì o giovedì. I tempi veri li decideranno il meteo e il Mediterraneo, ma già sabato nuovi naufraghi potrebbero sbarcare in Albania". Quasi neanche il tempo di far rientrare la nave Visalli della Guardia costiera, che le scorse ore ha riportato qua i migranti dal molo di Shengjin.
A Palazzo Chigi, la premier sta preparando il nuovo decreto migranti, che sarà al vaglio del Consiglio dei ministri previsto per oggi pomeriggio alle 18. Il provvedimento, secondo le indiscrezioni, dovrebbe rendere norma primaria, e non più secondaria come il decreto interministeriale, l'indicazione dei Paesi sicuri, quelli verso cui è più facile disporre i rimpatri. Secondo quanto trapelato da fonti di maggioranza, si starebbe lavorando in queste ore anche a un altro aspetto, i ricorsi contro le decisioni sul trattenimento nei cpr, e si sta valutando di farlo con le Corti d'Appello.
Una soluzione già introdotta, per le richieste d'asilo, con il recente decreto flussi, e che ha generato l'allarme dei 26 presidenti delle Corti d'Appello, alle prese con organici ridotti e sovraccarico di cause. Si andrebbero così a toccare due elementi della sentenza del Tribunale di Roma, definita "abnorme" sabato dal guardasigilli Carlo Nordio ma ineccepibile per le l'Unione delle camere penali, secondo cui i giudici si sono "limitati ad applicare la normativa europea di riferimento, in linea con le indicazioni vincolanti della Corte di Giustizia dell'Unione europea".
"La magistratura non ha compiti politici ma di rispetto dei diritti e delle garanzie delle persone", puntualizza il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, che vede "minacce" nelle parole di Nordio e denuncia "toni di aggressione al lavoro giudiziario che non hanno precedenti". Sono ancora in corso approfondimenti sul testo del decreto, si lavorerà fino all'ultimo e non è del tutto escluso che serva più tempo per limare l'intervento. Non è detto che basti a evitare nuove pronunce come quelle di Roma. Ma, secondo i ragionamenti che si fanno in maggioranza, dietro il provvedimento c'è anche "un messaggio politico", e l'intenzione è comunque di "andare avanti" per salvaguardare il principio delle procedure di rimpatrio accelerate e non vanificare le intese internazionali con i relativi investimenti.