Meloni, al via il protocollo Italia-Albania sui migranti: "Soluzione innovativa"
Dalle parole ai fatti: l'accordo per la gestione dei migranti tra Giorgia Meloni e il suo omologo albanese, Edi Rama, "sta per partire". Ad annunciarlo la stessa presidente del Consiglio, a poche ore dalla fine dei lavori nei due centri albanesi a gestione italiana. Le strutture, rispettivamente a Shengjin e a Gjader, saranno gestite dall'Italia e saranno sotto la giurisdizione italiana, mentre le guardie albanesi forniranno la sicurezza esterna. Ma come funzioneranno?
I migranti, soccorsi dalla guardia costiera italiana in acque internazionali, saranno inizialmente sottoposti a screening a bordo delle navi che li soccorrono. Poi verranno inviati in Albania per ulteriori controlli. I due centri costeranno all'Italia 670 milioni di euro in cinque anni. In particolare, si tratta di un'area a Shengjin - a 66 chilometri a nord-ovest della capitale Tirana - che sarà utilizzata per lo screening dei nuovi arrivati. Qui ci saranno anche unità abitative, un piccolo ospedale, un centro di detenzione e uffici al porto. L'altro centro, a circa 22 chilometri a est e vicino a un ex aeroporto militare, ospiterà i migranti durante l'elaborazione delle loro richieste di asilo. Il sito si sviluppa per circa 50 acri. Stando alle prime informazioni i centri ospiteranno solo uomini adulti, mentre le persone vulnerabili come donne, bambini, anziani e coloro che sono malati o vittime di tortura saranno ospitate in Italia. Le famiglie non saranno comunque separate.
Un passo in avanti che suggella un accordo firmato lo scorso novembre tra Meloni e Rama per far fronte all'immigrazione. Il protocollo, spiega la premier, "partirà probabilmente tra qualche giorno in termini operativi e vuole essere una soluzione innovativa di lotta ai trafficanti di esseri umani e quindi sicuramente anche questo è molto importante". Sempre in tema di politica estera, non manca la condanna della leader di Fratelli d'Italia all'attacco di Israele: "Non è accettabile, viola quanto stabilito dalla risoluzione 1701 delle Nazioni Unite - tuona -. Il Governo italiano ha protestato con decisione con le autorità israeliane. Su questo tema insieme a Emmanuel e a Pedro, quindi alla Francia e alla Spagna, abbiamo anche deciso di stilare una dichiarazione comune".