Capezzone ribalta la sinistra: "Gli immigrati irregolari accoltellano e loro dicono è colpa nostra"
"Lo schema logico qual è: c'è lo sbandato, c'è lo spacciatore, c'è il criminale, c'è lo scippatore, c'è il rapinatore, c'è l'accoltellatore, c'è l'accoltellatore che ha ammazzato il tuo amico e poteva ammazzare te e tu che dici? E' colpa nostra. E' fantastico, capito? Siamo a rrivati a un livello di follia...".
Ospite di Dritto e rovescio su Rete 4, il direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone commenta il caso di Giacomo Gobbato, il 26enne ucciso a Mestre, in provincia di Venezia, a settembre per aver cercato di difendere una donna da un tentativo di rapina. L'aggressore, un cittadino moldavo di 37 anni, lo ha colpito a morte all'addome con alcune coltellate.
"Intanto fammi dire - premette Capezzone, rivolgendosi al conduttore Paolo Del Debbio -: davanti al ragazzo che è morto io mi levo il cappello. Probabilmente avrà avuto convinzioni opposte alle mie, ma si è comportato da uomo, ha visto una donna in difficoltà ed è intervenuto. Onore alla memoria di questo ragazzo".
Il punto, prosegue, è l'atteggiamento del suo "ambiente" sulla tragedia e più in generale della sinistra della accoglienza senza se e senza ma. "I suoi amici e compagni sono una gabbia di matti, devono arrivare degli infermieri robusti a portarseli via. Se non si è capito che l'unico modo per tenere le cose sotto controllo è sgominare l'immigrazione irregolare e tenere entro numeri ragionevolmente bassi quella regolare, e allora puoi fare l'integrazione, altrimenti è lo sfascio totale".
Daniele Capezzone: compagni contromano in autostrada, la cittadinanza non si può regalare
"Io aggiungo una cosa angosciante - conclude il direttore editoriale di Libero -: io viaggio, tu prova ad andare a Mestre a prendere un treno alle 4 o alle 5 del pomeriggio, che tu sia uomo o donna. Quello che è successo non è un incidente, ma una regola".