Pamela Mastropietro, "bianca, cristiana, italiana uccisa da nigeriani". L'accusa della madre
"Sono la mamma di Pamela Mastropietro e ancora attendo dallo Stato italiano e dalla magistratura una giustizia piena". Lo scrive Alessandra Verni, la mamma di Pamela, in una lettera affidata al libro Le vite delle donne contano - Lola, Pamela e Desirée: quando l'immigrazione uccide (Altaforte Edizioni) scritto da Francesca Totolo, ricercatrice indipendente, reporter, scrittrice, collaboratrice del Primato Nazionale e di altre testate.
Un libro, si legge nella presentazione, "per raccogliere tutti i crimini commessi in Europa da immigrati, clandestini, richiedenti asilo, ovvero, omicidi, stupri e aggressioni che hanno trovato pochissimo riscontro nei media. Da Pamela a Lola, a Desirée, a decine di nomi dimenticati, vite di donne che contano, uccise prima dagli immigrati e poi dal silenzio del politicamente corretto. Stupri di gruppo, violenze domestiche, ricatti e percosse, tratta delle bianche, la criminalità dietro l'accoglienza, un intero mondo passato volutamente sotto silenzio in nome del buonismo".
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Il volume riporta dati, statistiche, storie. Come quelle di Pamela Mastropietro, uccisa, violentata e fatta a pezzi a Macerata dopo essersi allontanata da una comunità: massacro per il quale Innocent Oseghale, unico imputato, è stato condannato all'ergastolo. O quella di Desirée Mariottini, 16enne uccisa in un palazzo occupato nel quartiere romano di San Lorenzo.
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Proprio al volume Alessandra Verni, da sempre convinta che Oseghale non abbia fatto tutto da solo, ha voluto affidare il suo grido di dolore e rabbia. "Sono Alessandra Verni, mamma di Pamela Mastropietro, ragazza bianca, cristiana e italiana, di soli 18 anni, violentata, picchiata, uccisa, fatta a pezzi, scuoiata, a cui sono stati sottratti degli organi, lavata con la candeggina e lasciata in due trolley sul ciglio di una strada a Macerata, definita come 'la città di Maria', da immigrati clandestini in Italia appartenenti a una organizzazione criminale. A oggi, solo uno di loro sta scontando la pena dell'ergastolo in carcere, mentre gli altri complici sono liberi di continuare a delinquere e uccidere".