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Open Arms, lo sfregio in aula di Casarini: "Processo a Salvini, disonora l'Italia"

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La Procura di Palermo e le ong contro Matteo Salvini. Nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo va in scena uno dei momenti decisivi del processo Open Arms contro l'allora ministro degli Interni e vicepremier. Il leader della Lega rischia 15 anni di carcere per l'accusa di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio: nell'agosto del 2019 aveva impedito lo sbarco sulle coste siciliane di 147 migranti salvati dalla nave dell'Ong spagnola.

In aula Salvini è assente, ci sono invece Luca Casarini, capo-missione della ong Mediterranea Saving Humans, e Oscar Camps, fondatore della Open Arms. A testimonianza di come il processo sia anche una bandiera ideologica, governo italiano (e politiche sull'immigrazione) da un lato e Ong dall'altro. 

 

 

 

"Spero che oggi si parli di giustizia. Giustizia nei confronti dei più deboli, di donne, uomini e bambini. Giustizia per quello che sta accadendo nel Mediterraneo, con naufragi continui. Lager in Libia. Il nostro auspicio è che oggi venga scritta una pagina di giustizia", ripete Casarini a Palermo, prima della requisitoria dei pm contro Salvini. Intervistato da Libero, l'attuale vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti ha definito questo processo un "processo contro l'Italia" e "un attacco della sinistra" nei suoi confronti. "Penso - è il commento di Casarini, ex leader degli antagonisti ai tempi dei disordini del G8 di Genova nel 2001 - che non sia un processo contro l'Italia ma un processo contro quello che disonora l'Italia". "È un giorno importante per la giustizia italiana, la vicenda Open Arms è un caso unico - sono state le parole di Camps -. Dopo cinque anni siamo alla fase iniziale". 

 

 

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