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Ong, Humanity attacca governo e Guardia Costiera: scoppia il caso sulla nave dei migranti

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Un attacco in piena regola al governo, all'Italia e alla nostra Guardia Costiera. A muoverlo è l'Ong Humanity.  Ieri mattina all'equipaggio della nave di soccorso non governativa Humanity 1 è stato chiesto di selezionare chi sarebbe sbarcato a Lampedusa tra i 270 sopravvissuti a bordo, salvati in mare nel Mediterraneo centrale domenica in quattro diversi soccorsi. Poi l'affondo con cui l'ong spiega che la Guardia costiera italiana ha trasferito sulla più grande delle Pelagie 70 migranti, mentre per gli altri 200 prsegue "al caldo sul ponte e contro la legge" il viaggio verso Genova, il porto assegnato dalle autorità italiane per lo sbarco, a 1.200 chilometri dal luogo del salvataggio. "Un viaggio che richiede più di quattro giorni", fa sapere l'equipaggio della nave umanitaria. "I restanti 200 sopravvissuti salvati in mare devono continuare ad aspettare a bordo della Humanity 1 perché le autorità italiane stanno negando loro un rapido sbarco a terra in violazione del diritto internazionale. È spaventoso vedere come la condizione delle persone in mare venga prolungata artificialmente", ha affermato Mirka Schäfer, portavoce politica di Sos Humanity.

Ai naufraghi rimasti a bordo della Humanity 1 è stato assegnato il porto di Genova. "Il viaggio di oltre quattro giorni sta ritardando l'assistenza medica e psicologica urgentemente necessaria per queste persone a terra", dice Sos Humanity, che chiede di "porre fine alla pratica disumana e illegale di assegnare porti lontani, che viola i diritti fondamentali dei sopravvissuti e tiene le navi di soccorso civili lontane dall'area di intervento". Insomma le leggi italiane a quanto pare sono indigeste per le Ong. 
 

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