Cutro, la Procura smentisce Pd e Massimo Giannini: non è stata strage di Stato
Nel suo piccolo, Libero aveva previsto tutto nel febbraio 2023. Già all’inizio di questa vicenda era abbastanza chiaro che la caccia alle streghe per la strage di Cutro avrebbe finito per travolgere qualche semplice ufficiale della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza e niente più. Ieri i magistrati della procura di Crotone hanno di fatto certificato che la cosiddetta “Strage di Stato” (copyright dell’allora direttore della Stampa Massimo Giannini) non c’è mai stata. I partiti di sinistra e i media a loro vicini hanno passato lunghi mesi a cercare un inesistente link politico che potesse rovesciare sul governo di Centrodestra – allora freschissimo di nomina – le responsabilità per quanto avvenuto al largo delle coste calabresi.
Il Partito Democratico ha messo nero su bianco la cosa, arrivando più riprese le dimissioni del ministro Piantedosi e invocando una «profonda riflessione» perfino del presidente del Consiglio (parole di Elly Schlein). Tutte richieste orrendamente campate per aria, visto che non è mai esistita un’indicazione da parte dell’attuale governo che alterasse le procedure di salvataggio. L’ultimo intervento sulle norme in materia era stato dell’ex ministro della Difesa Paola De Micheli, candidata Pd alle primarie, che con una circolare aveva specificato che le missioni di salvataggio internazionali devono partire a ogni minima segnalazione «quando si presume che sussista una reale situazione di pericolo per le persone, si deve adottare un criterio non restrittivo, nel senso che una notizia con un minimo di attendibilità deve essere considerata veritiera a tutti gli effetti. Alla ricezione della segnalazione dell’U.C.G deve intervenire immediatamente». Da qui la domanda: perché le nostre navi non sono intervenute subito, come dispone già da anni lo Stato? La risposta sembra semplice, quanto disarmante: perché c’è stato un errore di valutazione. Un errore umano.
"Un delinquente politico": strage di Cutro, la durissima accusa di Paragone
Dice Schlein: «Le vittime del naufragio di Cutro si potevano evitare se le autorità preposte avessero agito secondo dovere». Ma era così semplice prendere la decisione giusta nel cuore della notte operando in mezzo al mare a febbraio? Forse no, ma il segretario Dem - che evidentemente si ritiene espertissimo di questioni marittime- sembra suggerire di sì, anche se l’impressione è che la bordata contro i militari indagati sia dovuta a necessità di oscura bottega. Matteo Orfini lo aveva spiegato già all’epoca, l’opposizione non vuole «criticare la Guardia costiera per i soccorsi, ma cercare chi non l’ha messa nelle condizioni di operare». L’obiettivo è il nemico politico, sono Salvini e Meloni. Le questioni giudiziarie degli uomini di Guardia Costiera e Finanza sono “effetti collaterali” di cui evidentemente al centrosinistra importa poco. Finiscano pure alla sbarra i militari.
Schlein intanto, come se la Procura non avesse mai indagato, insiste e ieri ha attaccato Piantedosi per presunte «responsabilità politiche» per le vittime di Cutro. La colpa sarebbe del “clima” creato dal Centrodestra. Un ragionamento che però rischia di mettere in difficoltà Elly. Sei migranti morti in mare fossero davvero responsabilità diretta di chi governa, i premier di Centrosinistra avrebbero molte cose da spiegare. I picchi di decessi sono tutti avvenuti sotto i governi Pd.
"Allora facciamo corridoi anche dalla Tasmania": Senaldi stronca la firma di Repubblica