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Quelle lezioni di ipocrisia sui migranti
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Prendiamo atto di una piccola svolta. Giuseppe Sala per anni ha sostenuto che la sicurezza è essenzialmente “un problema di percezione”. Ventilava complotti e “campagne politico-mediatiche” per porre enfasi su questo tema a suo dire secondario (qualcuno ricorderà quando s’infuriò con una cronista che aveva osato fargli una domanda sulla criminalità a margine di un convegno in cui si stava discutendo di una questione molto più decisiva: la grande riunione dei Club Dogo).
Ora, invece, se la prende col governo di centrodestra che non fa abbastanza per rimpatriare i clandestini, diventati ingestibili. La contraddizione a Milano l’hanno notata tutti e infatti non è questo il problema, anzi. Il problema è far sì che il sindaco Beppe si metta in comunicazione con il partito che regge la sua maggioranza – il Pd – che in queste ore tuona contro l’iniziativa del governo, deciso ad aprire nuovi centri per i rimpatri dove trattenere gli immigrati irregolari. Ha fatto bene il sottosegretario leghista Nicola Molteni a ricordare che l’uomo che ha accoltellato un agente di polizia a Lambrate era a spasso per mancanza di posti disponibili nelle strutture presenti. I Dem ovviamente negano e sostengono che si tratti di dati inventati, ma il punto comunque non è questo.
Sull’immigrazione è necessario chiudere per sempre con certe ipocrisie: l’ideologia no-border sostenuta dai compagni di Elly Schlein è semplicemente insostenibile. Nessun paese al mondo – tantomeno l’Italia - può permettersi di subire gli ingressi irregolari fingendo di non vedere dove porta questa strada. Non si può pensare di risolvere i problemi del terzo mondo abbattendo i confini, verremmo travolti. Significherebbe scaricare masse di disperati nelle nostre strade, creando il caos. Le nostre città non meritano questo, Milano non merita questo. L’ambizione è quella di continuare a essere una metropoli europea al centro dei grandi flussi affaristici, non delle rotte migratorie. E questo non si ottiene chiudendo gli occhi fingendo che i problemi non esistano.
È chiaro: serve anche un intervento forte del Viminale. Giusto costruire i centri dove sistemare i clandestini in attesa di rimpatrio, ma poi tocca passare ai fatti. I numeri degli irregolari effettivamente espulsi – per mille ragioni – continuano a essere scarsi. Ma è curioso che le lezioni su come risolvere la questione ora vengano da chi a sinistra sul tema immigrazione – sia per quanto riguarda la gestione degli sbarchi che sulle espulsioni degli irregolari- ha sempre smaccatamente remato nella direzione diametralmente opposta. Soprattutto negli anni di governi Pd. Ogni cambio di rotta - pur tardivo, come quello di Sala - è stra-benvenuto.
Senza ipocrisia.
Dai blog
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Killers of the Flower Moon, una storia di petrolio (e di scoperte)
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