Poliziotti aggrediti dagli immigrati, il sindacato dei carabinieri: "Ora basta, serve cambiare"
Il poliziotto che ha sparato all'egiziano che in Stazione centrale a Milano aveva aggredito un gruppo di agenti con una fionda rudimentale e pezzi di marmo è indagato. Un atto dovuto, come spesso si dice in questi casi, che però indigna i sindacati delle forze dell'ordine.
L'episodio in Centrale infatti segue di poche ore un'altra aggressione, dagli esiti ancora più drammatici: il vice-ispettore Christian Di Martino, per fermare un immigrato irregolare marocchino che stava scagliando pietre contro i binari e i viaggiatori della stazione di Lambrate, sempre a Milano, la scorsa notte è stato accoltellato per tre volte alle spalle dal balordo durante una colluttazione, dopo aver cercato invano di immobilizzarlo con il taser, anche per tutelare l'incolumità dell'aggressore stesso. Il poliziotto ora è ricoverato in gravissime condizioni.
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"Ormai quotidianamente si assiste ad aggressioni contro le forze di polizia che devono occuparsi della sicurezza di cittadini e istituzioni - sono le parole di una nota firmata da Davide Satta, segretario generale aggiunto dell'Unione Sindacale Italiana Carabinieri -. Nonostante questo ruolo importante, non si è ancora pensato a leggi più severe per garantire l'incolumità degli operatori di polizia. Se un appartenente alle forze dell'ordine, magari sbagliando, utilizza modi più incisivi contro chi compie un reato, si ritrova indagato senza valutare il momento di difficoltà in cui si sono svolti i fatti".
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"E' ora di dire basta alla violenza contro gli operatori di polizia - prosegue la nota dell'Usic -. Serve un cambio culturale, oltre che normativo, affinché il lavoro delle forze dell'ordine venga tutelato, anche attraverso investimenti sul piano di un addestramento mirato, per contrastare e gestire episodi del genere, ormai diventati la quotidianità".