Soumahoro, moglie, suocera e cognati alla sbarra: "Frode sui centri d'accoglienza"
Il Gup del tribunale di Latina, ha rinviato a giudizio la moglie, la suocera e i due cognati del deputato Aboubakar Soumahoro, nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione di alcuni centri d'accoglienza, nella provincia di Latina, facenti capo alla cooperativa madre Karibu, con sede nel comune di Sezze nel pontino.
Le accuse di cui dovranno rispondere, la moglie del deputato, Liliane Murekatete, la suocera Marie Therese Mukamitsindo e i cognati Michel Rukundo, Richard Mutangana e Aline Mutesi, vanno dalla frode in pubbliche forniture alla bancarotta, fino all’auto-riciclaggio. Secondo l'ipotesi accusatoria della procura della repubblica di Latina, i due milioni di euro che erano stati erogati e destinati all’accoglienza dei migranti, sarebbero stati distratti per altri scopi e utilizzati per acquistare beni immobili all’estero e per acquisti di abbigliamento e accessori griffati. Le indagini vennero condotte dalla Gdf.
Quando il caso Karibu è deflagrato, nell'autunno di un anno fa, Soumahoro ha tentato di difendere sé e la sua famiglia, arrivando perfino a parlare di "diritto al lusso" di fronte alle foto di Liliane in abiti griffati e di fronte agli scontrini della moglie, per poi registrare video in lacrime accusando la stampa e gli avversari politici di volerlo "morto". Nel frattempo, Alleanza Verdi e Sinistra è stata costretta a estrometterlo dal gruppo parlamentare per l'imbarazzo.
Pochi giorni fa, il suo ex leader Nicola Fratoianni lo aveva scaricato anche umanamente: "Non c'è dubbio sia stata un errore", oggi "quando lo incontro lo saluto ma non c'è un rapporto tra di noi. Se l'ho vissuto come un tradimento? C'è un sentimento di dispiacere sincero, specie perché questa vicenda ha prodotto l'effetto opposto rispetto a quello desiderato", ha spiegato il capo di Sinistra italiana a Un giorno da pecora su Rai Radio 1.