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Palermo, i migranti sui gommoni extra lusso: chi è il capo degli "scafisti vip"

mercoledì 21 febbraio 2024

2' di lettura

Facevano arrivare in Italia i migranti a bordo di gommoni di lusso con motori di grossa cilindrata. Per questo le Squadre Mobili di Palermo e di Trapani e il personale del Servizio Centrale Operativo della polizia, su delega della Dda del capoluogo siciliano coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, hanno eseguito un decreto di fermo di 12 persone, 6 italiani e 6 tunisini. L'accusa è di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'organizzazione criminale avrebbe cellule presenti sia in Tunisia che in Italia, e gestiva un traffico di migranti tra il Paese nordafricano e le coste marsalesi.

Al momento, due degli indagati risultano ancora ricercati. Uno è stato fermato a Cesena e uno in provincia di Venezia. A guidare i gommoni erano piloti esperti e perfettamente a conoscenza della rotta tunisina, con la garanzia di non essere intercettati dalle navi militari. I migranti venivano caricati a bordo dietro il pagamento di somme che variavano dai 3 ai 6 mila euro a testa, una cifra ben maggiore rispetto a quella richiesta per raggiungere l'Italia con le "normali", affollate e fatiscenti imbarcazioni usate dai trafficanti di uomini che operano nel Mediterraneo. Sui "gommoni vip", infatti, viaggiavano al massimo venti migranti.

L'inchiesta ha svelato il ruolo svolto dalla cellula marsalese, composta da italiani e tunisini che avevano il compito di assicurare il supporto logistico attraverso la ricerca e la predisposizione dei natanti usati per il viaggio e il reclutamento degli scafisti che venivano accuratamente scelti tra tunisini residenti in Italia. Una organizzazione capillare e ben oliata, tra i cui capi risulta un tunisino richiedente protezione internazionale. L'uomo, che fa parte della cellula marsalese della banda, sarebbe un ex poliziotto corrotto e, secondo gli investigatori, sarebbe in stretto contatto con il massimo esponente della cellula attiva in Tunisia, destinatario dello stesso provvedimento restrittivo, e che avrebbe avuto il compito di trovare migranti disposti a partire, avvalendosi anche di complici, e di decidere condizioni e prezzo del trasporto dalle coste settentrionali della Tunisia a quelle siciliane. 

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