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Soumahoro, supermarket e un ristorante in Rwanda: dove sono finiti i soldi delle coop

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Nuovi sviluppi nelle indagini relative all'attività delle coop che si occupavano di gestione di migranti e minori non accompagnati nella provincia di Latina. Indagini che vedono coinvolte la moglie e la suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamatsindo, finite questa mattina agli arresti domiciliari. In particolare, come riporta l'Agi, dall’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Latina, emerge che uno degli indagati avrebbe aperto, con i soldi della coop, prima un supermarket e poi un ristorante, "Gusto Italiano", in Rwanda

Nelle 152 pagine di ordinanza, si legge che uno degli indagati "avendo la disponibilità delle credenziali di accesso al conto corrente principale della Karibu e della Jambo, ha potuto disporre, a suo piacimento, delle risorse pubbliche erogate per la gestione dei migranti, trasferendo ingenti risorse di denaro pubblico a favore di se stesso oltreché verso l’estero ed in particolare in Rwanda dove lo stesso ha avviato prima l’apertura di un Supermercato e, successivamente, di un ristorante sotto l’insegna 'Gusto Italiano'".

 

 

 

Sarebbero circa due milioni i soldi sequestrati dalla Guardia di Finanza, su disposizione del gip di Latina. Parte di questo denaro, ottenuto dalle coop, sarebbe stato trasferito all’estero. Quasi mezzo milione - riporta l'Agi - sarebbe stato trasferito tra il 2017 e il 2022. Nei documenti dell’indagine, si afferma che l’utilizzo di carte di credito e prepagate, intestate alla coop Karibu, venivano "adoperate per finalità private (ristoranti, gioiellerie, centri estetici, abbigliamento, negozi di cosmetica) per importi come 93.976 euro nel 2017, 208.394 nel 2018, 49.946 euro nel 2019; 13.803 euro nel 2020; 2.177 nel 2021".

Nell'ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari delle due donne, il gip di Latina avrebbe parlato di "una struttura delinquenziale organizzata a livello familiare". Nelle carte, inoltre, viene sottolineata "la perseveranza dell’azione criminale, continuata per molti anni". L'effetto di tutto questo - scrive il gip - è stato quello di "porre i soggetti ospitati, già in condizione di particolare vulnerabilità poiché migranti richiedenti protezione internazionale, in stato di accoglienza gravemente lesivo della loro stessa dignità". 

 

 

 

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