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Palazzo Chigi reintroduce i controlli al confine con la Slovenia: "Livello alto di minaccia"

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Il conflitto israeliano-palestinese e l'ultimo attentato a Bruxelles costringe Palazzo Chigi a prendere provvedimenti. D'altronde la mattinata di mercoledì 18 ottobre ha visto ben 15 aeroporti (14 francesi e uno in Belgio) evacuare staff e passeggeri dopo diversi allarme bomba. E così anche l'Italia si prepara, perché "l'intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell'Europa, in particolare dopo l'attacco condotto nei confronti di Israele, ha aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all'interno dell'Unione". Palazzo Chigi spiega in una nota la scelta di reintrodurre controlli al confine con la Slovenia.

"Un quadro ulteriormente aggravato dalla costante pressione migratoria cui l'Italia è soggetta, via mare e via terra (140 mila arrivi sulle coste italiane, +85% rispetto al 2022)", viene aggiunto. Uno scenario - è stato definito - comunque "oggetto di approfondimento anche da parte del Comitato di analisi strategica anti-terrorismo istituito presso il ministero dell’Interno". Nelle valutazioni nazionali, invece, "le misure di polizia alla frontiera italo-slovena non risultano adeguate a garantire la sicurezza richiesta". La misura entrerà in vigore dal 21 ottobre prossimo per un periodo di 10 giorni, prorogabili.

Le modalità di controllo saranno attuate in modo da "garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci". Ulteriori sviluppi della situazione ed efficacia delle misure verranno analizzati costantemente, nell'auspicio di un rapido ritorno alla piena libera circolazione. Nella sola regione del Friuli Venezia Giulia, "dall'inizio dell'anno, sono state individuate 16 mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale". 

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