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Immigrazione, il sondaggio-Ghisleri: un colpo da ko tecnico per la sinistra

Tommaso Montesano
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Quasi una settimana a discutere del video, alzando una cortina fumogena per nascondere il nocciolo del problema: la giudice Iolanda Apostolico del tribunale di Catania ha fatto bene o male ad accogliere il ricorso di un migrante, sconfessando il decreto del governo? Soprattutto, gli italiani cosa pensano? Stanno con la giudice o con l’esecutivo, pronto a impugnare gli atti della toga catanese? Un sondaggio realizzato da Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, e pubblicato ieri dal quotidiano La Stampa, offre la risposta: gli italiani stanno col governo e contro la giudice Apostolico, per la quale la prossima settimana al Csm inizierà l’istruttoria per l’apertura di una pratica a tutela nei suoi confronti. La domanda è diretta: «Secondo lei, in un caso come questo è corretto che un tribunale vada contro una legge dello Stato?».

La maggioranza del campione interpellato si schiera dalla parte di Palazzo Chigi: per il 46,2% l’intervento della magistratura catanese non è corretto. Viceversa, il 32,7% non trova nulla da eccepire. Significativo che quote tutt’altro che trascurabili di appoggio alla linea governativa si trovino- oltre che nel centrodestra, naturalmente - anche in elettori di Italia Viva (57%); Azione (34,5%) e perfino del M5S (33,3%). In pratica solo tra i sostenitori di Pd e Alleanza Verdi-Sinistra i favorevoli della giudice Apostolico superano il 50%.

 


Non è tutto. Euromedia Research ha chiesto anche un’opinione rispetto alle misure anti-migranti che fanno più discutere: l’espulsione dal territorio nazionale anche per chi è in possesso di un permesso di soggiorno e la stretta sui minori di età compresa tra i 16 e i 18 anni. E anche in questo caso l’esito è favorevole all’esecutivo, che ha voluto le norme. I numeri sono schiaccianti: il 63,6% approva le espulsioni più facili dei clandestini in presenza di «gravi motivi di ordine pubblico odi sicurezza dello Stato»; il 56,5% concorda sul trattenimento degli adolescenti - qualora non ci fossero posti disponibili nelle strutture per i minorenni - nei centri ordinari. Anche in questo caso, il consenso pure arriva da intervistati che si riconoscono nei partiti di opposizione. Sui maggiori poteri ai prefetti sulle espulsioni, ad esempio, il 76% di chi vota Italia Viva concorda. Così come si dichiara d’accordo con la misura voluta dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il 47,2% di chi si dichiara grillino e il 42,2% di chi vota M5S. Stessa cosa per la linea dura sui minorenni: quasi il 40% degli elettori pentastellati la condivide, così come il 27% dei simpatizzanti di Azione e il 66,8% dei simpatizzanti renziani.

Intanto l’esposto presentato a Roma da Angelo Bonelli, deputato e uno dei leader dell’Alleanza Verdi-Sinistra, sul video postato da Matteo Salvini che ritrae il giudice Iolanda Apostolico alla manifestazione del 25 agosto 2018 nel porto di Catania, sarà trasmessa per competenza alla procura di Catania. Nella sua denuncia, Bonelli chiede di verificare l’eventuale violazione delle norme sulla rivelazione e l’utilizzazione dei segreti d’ufficio. Tuttavia, non ci sono elementi in base ai quali l’inchiesta debba essere trattenuta nella Capitale.

 


Il centrodestra fiuta il pericolo: che l’attenzione si concentri sul presunto autore delle riprese, nella fattispecie un appartenente all’Arma dei carabinieri, che non a caso ieri ha contattato l’ufficio legale del Sindacato italiano militari carabinieri. Lo stesso sindacato, peraltro, esclude che il militare «abbia mai comunicato ai propri superiori di esserne l’autore». «Voglio proprio vedere chi criticherà questo luogotenente dei carabinieri», ammonisce Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato (Forza Italia). «La vicenda grave è il comportamento della magistrata Apostolico, non chi ha fatto le riprese. Seguirò le vicende». Ieri sul caso del video è intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Non c’è stato dossieraggio e il caso è comunque all’esame dell’autorità giudiziaria». Quanto alla presunta violazione della privacy, il titolare del Viminale invita a passare oltre: «La manifestazione era pubblica e dunque non si può invocare».

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