Immigrazione tedeschi accolgono casa nostra
Quel gran genio di Olaf Scholz, vien da dire, citando Battisti. Lui saprebbe cosa fare/ Coi migranti fa miracoli. Sì: salva gli africani coi confini degli altri. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, non canta Battisti, ma le canta eccome al cancelliere tedesco: «Si cerca di bloccare l’immigrazione in una parte d’Europa e se ne agevola il trasporto in un’altra. Coerente e geniale». Scholz ha annunciato che per contrastare l’immigrazione illegale in Germania rafforzerà le frontiere con Austria, Svizzera e Repubblica Ceca: «Il numero di rifugiati che cercano di arrivare qui è troppo alto», ha spiegato il socialdemocratico Scholz, «e per questo sosteniamo da tempo la protezione esterna dell’Europa». E meno male, perché se non lo facesse chissà cos’altro farebbe oltre a finanziare le Ong tedesche per scaricare i migranti in Italia: in un solo anno queste “navi umanitarie” ce ne hanno portati circa 7mila. Scholz, che il confine polacco l’ha già rafforzato con altri poliziotti, ha aggiunto che «se la domanda d’asilo viene respinta, le persone interessate devono lasciare la Germania».
Immigrazione e scontro culturale, il diritto di difendere la propria identità
TENSIONE - Giusto. Lo è meno aiutare le Ong, e inevitabilmente un buon numero di scafisti, ad ammonticchiare a Lampedusa migliaia di persone al giorno. È una bella strategia del kaiser. Dopo il ministro della Difesa, tocca a quello degli Esteri, Antonio Tajani: «Scholz può dire quello che vuole, la Germania è in campagna elettorale. Vorremmo capire qual è la posizione tedesca. Il loro problema è di immigrazione secondaria. Da noi è di immigrazione primaria. I migranti che vogliono andare in Germania non è che li devono mandare in Italia». Tuona anche Carlo Fidanza, capodelegazione di Fdi al parlamento europeo: «Sulle Ong la Germania sta tirando la corda. Ha deciso di finanziarle in una fase in cui tutti ci stiamo ponendo il problema di fermare le partenze. Si esca da questa ipocrisia: non credo tocchi all’Italia pagare il prezzo politico delle divisioni interne al governo tedesco».
A Berlino i liberali vogliono una stretta, mentre i Verdi la cui presidente è il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock- i Verdi dalle Ong ricevono milioni di finanziamenti - hanno provato a inserire nel nuovo Patto Ue per le Migrazioni un emendamento che avrebbe conferito una sorta di impunità ai “taxi del mare”. È per questo che il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, giovedì scorso ha lasciato anzitempo la riunione a Bruxelles. Piantedosi ieri ha reso noto che le forze dell’ordine tunisine hanno bloccato 62 tentativi di partenze illegali: sono state intercettate 1.200 persone. E però nelle stesse ore il ministro tunisino dell’Interno, Kamel Feki, ha dichiarato che «la Tunisia non può in nessun caso fungere da guardia costiera per altri Paesi». Un messaggio all’Unione Europa da cui attende i 127 milioni concordati nel Memorandum: 60 per le proprie casse e 67 per il contrasto ai trafficanti di uomini. «Non siamo dei gendarmi, possiamo difendere solo i nostri confini», ha aggiunto il ministro tunisino. Feki ha poi accusato le Ong di «manipolare i dossier migratori al servizio degli interessi europei». Torniamo alla Germania.
"Impunità per le Ong": cosa vuole la Germania, interviene Piantedosi
La sua nave Ong Nadir, una barca a vela lunga 18 metri, ha attraccato al porto di Lampedusa: a bordo 22 migranti raccolti nel Mediterraneo. Nel centro d’accoglienza dell’isola al momento la situazione è tornata gestibile, ma è stato fatto uno sforzo enorme. Altre 4 Ong tedesche (Aurora Sar, Louise Michel, Resq People e Trotamar III) continuano a stazionare tra Lampedusa e la Tunisia a caccia di barconi. Nessuna di queste navi è registrata come imbarcazione per “salvataggio e soccorso”. Aurora Sar è una nave da diporto, Louise Michel non è registrata, Resq People dovrebbe occuparsi di “ricerca scientifica” e Trotamar III è una barca vela.
L’EX PRESIDENTE - Intanto anche l’ex presidente del Bundestag, il parlamento tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha invocato lo stop all’accoglienza da parte della Germania: «Dobbiamo renderci conto che non possiamo più permetterci questa politica d’asilo. Se offriamo un livello più elevato di prestazioni sociali, non dobbiamo sorprenderci se le persone cercano di venire qui». Schaeuble è stato ministro dell’Interno nel governo Kohl e per otto anni ministro delle Finanze con la Merkel. Scholz da una parte è pressato dai partiti di centrodestra che vogliono una stretta all’immigrazione. Dall’altra ha la sinistra e soprattutto i Verdi (seconda forza del governo) che dalle Ong vengono foraggiati e quindi hanno tutto l’interesse a sostenerne le attività. Scholz fino a qualche giorno fa portava una benda sull’occhio, colpa di un infortunio. Sembrava un pirata, però non solcai mari né sperona le motovedette della Finanza. Per quello c’è la connazionale Carola Rackete.